
Nel disegno di legge si chiede, ammesso che la Provincia ne abbia piena facoltà decisionale, di riammettere la festività del 19 marzo e, contemporaneamente, presa coscienza della opportuna osservazione del Consorzio dei Comuni che considera l'aggiunta di un giorno festivo come deleteria per l'economia e suggerisce che l'eventuale reintroduzione sia accompagnata dalla contemporanea soppressione di un'altra festività, nasce logica la necessità di ricercare alternative. La proposta alternativa di Unitalia, all'interno della Commissione, è stata quella di abolire la festività del 25 aprile, festa della liberazione che potrà essere celebrata, per chi lo ritenesse ancora logico, in concomitanza con la Festa della Repubblica, prevista al 2 di giugno di ogni anno. Il ragionamento e la logica che stanno a monte di questa mia presa di posizione, posta ovviamente a verbale all'interno della commissione, è legata al fatto che senza la liberazione non ci sarebbe stata l'introduzione della Repubblica e che quindi, essendo le due festività legate a filo doppio e costituendo l'una la conseguenza logica dell'altra, l'abrogazione della festività del 25 aprile e il contemporaneo "trasferimento" delle celebrazioni previste in quella data al 2 di giugno, sarebbe la soluzione più idonea.
Respingo già da subito ai mittenti eventuali contestazioni politiche o accuse di interferenze ideologiche che potessero nascere attorno a quanto da me suggerito; nulla di tutto ciò in quanto solo la logica atta ad eliminare sovrapposizioni festive originate dalle stesse ragioni socio politiche mi ha portato a questa proposta che ritengo quindi fondata e accettabile da tutte le parti politiche.
Donato Seppi *
E' consigliere provinciale e regionale di Unitalia