Trento, 23 agosto 2013. – Redazione
Anche se la festa in questione è stata poi annullata, l'appuntamento è servito come occasione per una riflessione su un certo tipo di eventi. Le lamentele, i disagi e le cattive condizioni in cui sono stati lasciati i prati d'alta quota dopo l'edizione dello scorso anno, hanno messo subito in allerta gli operatori trentini, chiedendo ai gestori di chiudere gli impianti di risalita per disincentivare un accesso massiccio al luogo della festa.
«I nostri associati della Val di Fiemme e in particolare Claudio Delvai che ha a cuore la problematica – spiega Bort – ci dicono che lo spettacolo che si presentava agli occhi dei turisti il giorno dopo la festa, lo scorso anno, non era dei più qualificanti. Soprattutto per un territorio che fa dell'accoglienza e della natura incontaminata un proprio asset di marketing. Naturalmente per "incontaminata" non intendiamo minimamente "abbandonata" ed eventi che richiamano turisti e visitatori sono sempre i benvenuti. A patto però che rispettino alcune regole di buon senso che, in questo caso, sono anche regole di avvedutezza commerciale: se nel breve termine certi eventi sono redditizi per un gruppo ristretto di operatori, sul lungo periodo danneggiano tutti poiché degradano la località turistica e l'intero sistema dell'accoglienza».
Il presidente Bort, inoltre, non nasconde che il problema, in realtà, sia molto più ampio e riguarda soprattutto educazione e civiltà: «Purtroppo noi operatori – dichiara – possiamo fare poco di fronte ai comportamenti maleducati o incivili. I soggetti che scendono in campo, in questo caso, sono molti altri, a partire dalla famiglia, la scuola, le istituzioni. E non sono convinto che il proibizionismo sia la strada giusta: ciò che dobbiamo capire è il malessere che sta alla base di comportamenti incivili e intervenire nei casi specifici, altrimenti con i divieti ci vanno di mezzo tutti».
Il presidente di Confcommercio Trentino conclude, da ultimo, con un invito a smorzare le polemiche tra operatori delle province limitrofe: «Siamo in ottimi rapporti e del resto non può che essere così visti gli interessi e le peculiarità che ci accomunano. La cultura altoatesina non ha un rapporto con la montagna e la natura molto dissimile dal nostro: cura, rispetto e pulizia sono alla base dei piani marketing territoriali (e della sensibilità culturale) di entrambi, così come la cultura dell'accoglienza e l'animazione del territorio con eventi destinati ai turisti. Credo che tutti dovremmo vigilare affinché il Patrimonio dell'Umanità che ci caratterizza, da valle a valle, sia visitato e frequentato sempre di più, sempre col giusto, gioioso, rispetto».