Trento, 22 maggio 2012. - di Claudio Taverna
Ventiquattro anni fa moriva in una clinica romana Giorgio Almirante, un giorno prima, se ne andava, anche a lui a Roma, Pino Romualdi, un altro "grande" della destra italiana. Chi ebbe la fortuna di conoscerli e di conoscerli bene, come l'ebbi io, soprattutto di riconoscerli come maestri di vita, non li potrà mai dimenticare. Furono maestri di vita perché ci insegnarono ad amare la politica e ci furono da esempio: l'amore per la Patria, per l'Italia e per gli ialiani, buoni o cattivi che fossero, l'amore per la politica quella bella, quella pulita, quella motivata dagli ideali e non dai danari.
Fummo educati alla politica come servizio, a sentire l'unità nazionale, dalla Vetta d'Italia a Pantelleria, come un valore. Ci insegnarono ad essere di destra, orgogliosomanete di destra, quando quella parola suonava come bestemmia. Destra nazionale e sociale, destra di popolo, per il popolo e con il popolo, contro la partitocrazia e la corruzione, morale e materiale: ecco la loro grande testimonianza, la loro fede. Senso dell'onore e della giustizia, altri valori da vivere giorno, dopo giorno.
Che patrimonio ci hanno lasciato, ma liquidato in malo modo da chi, per qualche auto blu e qualche ministero, si è prostituito, rinnegando valori ed obiettivi.
Ho avuto la fortuna, amara peraltro, di poter dire, ieri, io non c'ero! Altrettanto amararamente rilancio, potendo dire, oggi, io non ci sono! Tuttavia, resto a disposizione e con me il mio impegno, affinché il loro insegnamento e il loro esempio non siano dispersi, per il riscatto morale e politico della destra italiana. Grazie Almirante, grazie Romualdi!
Claudio Taverna