L'idea di Fp Cgil è quella di uscire, per questo rinnovo, dall'ottica dell'aumento percentuale. Dal livello A al livello D delle autonomie locali ed equivalenti in sanità, si darebbe dunque un aumento uguale per tutti, magari attualizzandolo in relazione all'aliquota fiscale individuale. Una scelta giustificata dalla contingenza: l'assenza del rinnovo dal 2009 ha portato una perdita di potere d'acquisto che ha inciso soprattutto sui redditi più bassi. Una soluzione da attuare solo in questa occasione per poter tornare, in futuro, al vecchio sistema di calcolo.
Erogare 80 euro di aumento a dipendente sarebbe come dare un aumento percentuale medio del 4%; se si salisse al 5% gli euro diventerebbero 100, ma non ci sarebbero a quel punto risorse per fare altro, dunque neanche per le progressioni. In ogni caso, comunque, la partita delle progressioni potrebbe essere ripresa col 2018, visto che il contratto sarà valido per il 2015, 2016 e 2017. «Consideriamo comunque questa ipotesi come un acconto - spiega il segretario generale Giampaolo Mastrogiuseppe, perché non rinunciamo al confronto per avere maggiori risorse. Allo stesso modo, non rinunciamo all'attualizzazione della parte normativa».
L'attivo ha discusso anche di come dare risposte alle persone che non maturano più alcuna anzianità, perché il limite attualmente previsto nei contratti non poteva tener conto dell'innalzamento dell'età pensionabile, arrivato - da ultimo - con la riforma Fornero.
«In anni di scarsità di risorse, sono state formulate idee che la base dei delegati ha apprezzato - spiega ancora Mastrogiuseppe - ora bisogna coordinare, tra organizzazioni sindacali, le varie istanze, per poi passare al confronto in Apran che dovrebbe arrivare a breve. In ogni caso riteniamo indispensabile, qualora si trovasse in Apran una soluzione, il convocare un' assemblea unitaria di tutti i lavoratori, prima della sottoscrizione di qualsiasi ipotesi o accordo.»
* comunicato