Sono le parole, stenografate, pronunciate da Palmiro Togliatti, nel 1930, al XVI Congresso del PCUS, a Mosca, che auspicava un mondo "agli ordini" di Stalin. Dunque, non "mandolinista" ma "servo" pronto ad ubbidire "agli ordini" del padrone. E l'Italia come ha ripagato queste vergognose dichiarazioni oltraggiose e cariche d'odio nei confronti del "Bel Paese"? Intitolandogli, in ogni città d'Italia, strade e piazze. Ma che bel Paese è il "BEL PAESE".
La Rivoluzione ungherese del 1956, fu una sollevazione armata anti-sovietica scaturita nell'Ungheria che, allora, era "socialista".
Venne repressa dall'intervento armato delle truppe sovietiche. Morirono circa 2.650 Ungheresi e 720 soldati sovietici. I feriti furono molte migliaia e 250.000 Ungheresi lasciarono il proprio Paese rifugiandosi in Occidente.
Il Partito comunista ungherese approfittò della Prima Conferenza mondiale dei partiti comunisti, che si tenne a Mosca nel novembre 1957, per far votare la condanna a morte di Imre Nagy, col consenso di tutti i dirigenti comunisti, primo fra tutti, Palmiro Togliatti.
Nagy fu condannato a morte e impiccato il 16 giugno 1958.
Palmiro Togliatti, tanto per non perdere il "vizio", e nemmeno il pelo del "colbacco" disse: "È mia opinione che una protesta contro l'Unione Sovietica avrebbe dovuto farsi se essa non fosse intervenuta, nel nome della solidarietà che deve unire nella difesa della civiltà tutti i popoli". Però l'Ungheria, né allora, né oggi, ha dedicato una strada, una piazza, e nemmeno un "Vespasiano" a Palmiro Togliatti.