Da anni la censura del politicamente corretto soffia violenta dalle coste degli Stati Uniti d'America abbattendosi su ogni forma di arte (scultura, cinematografia, comicità etc.), arrivando perfino a demolire monumenti che raffigurano i padri fondatori della Repubblica Statunitense - come George Washington – o quelle di personaggi di primo rilievo della loro storia come Abraham Lincoln, le cui scelte portarono alla storica decisione di abolire la schiavitù.
Tuttavia, la figura più invisa ai sostenitori di questa ideologia è quella di Cristoforo Colombo, accusato di essere un colonialista e schiavista; infatti, è stata la rimozione delle statue del navigatore genovese a dare il via al fenomeno del revisionismo storico e della censura culturale. D'altra parte, il vento furioso non ha impiegato molto tempo ad arrivare nel vecchio continente e a colpire il patrimonio storico-culturale autoctono.
Esempio perfetto è il Regno Unito, al quale ogni giorno viene ricordato il suo passato coloniale e molti dei suoi protagonisti a livello storico e politico sono stati messi in discussione, come l'ex primo ministro Winston Churchill.
Una delle più grandi discussioni inerente all'argomento scoppiò nel 2020 quando sotto accusa finì il ciclo di affreschi - che decora il Foreign Office - realizzato dal pittore Sigismund Goetze, in particolare quello della Britannia Pacificatrix: al centro dell'azione ci sono gli Stati usciti vincitori dalla Prima guerra mondiale. La personificazione della Gran Bretagna - dietro la quale sono raffigurati uomini mezzo nudi che rappresentano l'Australia, il Canada e la Nuova Zelanda - è intenta a stringere la mano a quella degli Stati Uniti d'America, ai lati della quale vi sono l'Italia e la Francia, che con la spada indica i resti degli sconfitti tedeschi.
Nell'affresco sono dipinti anche gli altri domini di quello che fu l'Impero britannico, quelli arabi e quelli africani, identificati nella figura di un bambino nero completamente nudo che porta un recipiente colmo di frutta sulla testa.
Gli aspetti messi sotto accusa sono l'esaltazione dell'Impero e la differenziazione tra le etnie: i bianchi idealizzati nella loro bellezza scultorea e diafana e l'Africa completamente nuda, piccola e serva. La ragione della discussione intorno a questo brano appare ovvia ed è sacrosanto che il colonialismo sia stato una tragedia per le popolazioni che lo hanno subìto, ma cancellare questo ciclo di affreschi cambierebbe la storia?
E l'Italia? Fortunatamente, qui il movimento della cancel culture non è ancora arrivato, tuttavia esiste un'altra categoria di persone nella nostra penisola che da decenni domanda che i simboli del fascismo vengano rimossi dai beni culturali o addirittura, in certi casi, che edifici e architetture costruiti durante il ventennio siano abbattuti. L'esempio più famoso è quello del Monumento alla Vittoria a Bolzano - ritenuto divisivo - realizzato in epoca fascista per glorificare la vittoria dell'Italia nella Grande Guerra e per festeggiare l'annessione dei nuovi territori al Regno d'Italia.
È chiaro che il patrimonio culturale di una Nazione racconti la sua storia, ossia tutti gli avvicendamenti che si sono susseguiti all'interno dei suoi confini, le dominazioni subite, i momenti di gloria, i periodi bui, le specificità delle popolazioni che hanno abitato il territorio etc... Rimuoverlo, privandosi di parte del proprio patrimonio artistico ci farebbe perdere la memoria del nostro passato, non permettendoci di conoscere la nostra identità nazionale, in tutte le sue peculiarità.
Perciò, ritengo il solo pensiero di rimuovere una statua o una qualsiasi opera d'arte catalogabile come vandalismo da salotto e penso che quando si passa al fatto concreto diventi violenza verso il patrimonio pubblico. Infatti, vorrei ricordare che tutto ciò che costituisce l'insieme dei beni culturali di una Nazione appartiene a tutto il popolo ed è per questo motivo che è inaccettabile che vengano attaccati e distrutti da una minoranza esaltata da ideologie effimere.
(la foto di Cristororo Colombo è presa da ilsussidiario.net )