Trento, 3 novembre 2022. - di Gian Piero Sera
Fu creatore unico di un vero miracolo calcistico, il più grande tra il '75 e l'85.
In quegli anni grandiosi, interpretò il suo ruolo come fosse il capo di un partito politico.
Forni in solitudine teoria e prassi al gruppo, curò organizzazione e propaganda, promosse aiutanti e generali, stroncò con ferocia gli oppositori.
Trattò gli estranei al gruppo come nemici ferali, da questi odiato come nessun altro.
Il suo gioco fu tarato per le grandi competizioni, avendo bisogno del clamore emotivo supremo che solo quelle sanno dare ed era il più cerebrale mai visto fin ad allora.
Le partite difatti erano vinte in virtù di direttrici tattiche decifrate nelle vigilie delle partite, vissute come se fossero grandi battaglie campali.
Più che di calciatori aveva bisogno di uomini-stregoni che avevano allucinato con lui, in anticipo, il divenire della gara, nel buio della notte precedente.
(nella foto Enzo Bearzot con Paolo Rossi)