
I giudici sono costretti dallo Stato italiano a trasferirsi insieme presso l'Asinara, ostacolati nel loro lavoro dalla Mafia che li minaccia e dallo Stato/mondo politico che predilige il vivi e lascia vivere. Il materiale richiesto dai giudici per l'organizzazione dell'istruttoria non viene recapitato. Sette anni dopo ci sarebbero state le stragi di Capaci e di via d'Amelio.
L'atmosfera è quella della minaccia costante che incombe sulle due famiglie, anche se il film è girato scegliendo la luce e l'acqua come elementi protagonisti e i colori pastello invece che il nero come colore protagonista.
L'interpretazione che è possibile avere è di due figure di grande coraggio, eroi moderni molto diversi tra loro anche se entrambi consapevoli della loro situazione e di quello che sarebbe stato il futuro.
Infascelli descrive la vita di tutti i giorni dei due giudici insieme alle famiglie, all'apparenza sembra una vacanza anche se invece il clima che vivono Giovanni e Paolo è di attesa forzata.
I protagonisti sono due persone molto differenti l'uno dall'altro, questo però non ostacola il loro rapporto sia umano che professionale. L'ironia accompagna entrambi nell'affrontare il destino con grande consapevolezza.
Francesca Morvillo, moglie di Falcone viene descritta senza approfondire la parte importante che ha avuto nel lavoro del magistarto. Le mogli infatti sono inserite in un contesto domestico e il film non va oltre questa dimensione.
Regia: Infascelli Fiorella; sceneggiatura: Fiorella Infasciella e Antonio Leotti; fotografia: Fabio Cianchetti; scenografia: Emanuela Zappacosta; costumi: Elisabetta Montaldo; montaggio:Massimo Missiroli, Gianluca Scarpa; attori: Massimo Popolizio (Giovanni Falcone), Giuseppe Fiorello (Paolo Borsellino), Valeria Solarino (Francesca Morvillo), Claudia Potenza (Agnese Piraino Leto); Elvira Camarrone (Lucia Borsellino); Italia 2016, 100 min.