Hollywood o Babilonia? Il Film nelle sale dal 19 gennaio, è un colossal che con lunghi piani sequenza, ricostruisce Hollywood degli anni Venti, frutto di quindici anni di ricerche
Trento, 3 febbraio 2023. di Emma Borella
Damien Chazelle gira un film che è un atto d'amore al cinema. Allo spettatore può ricordare The Fabelmans di Steven Spielberg. Ma se il film di Spielberg è un gesto autobiografico, Babylon racconta un'epoca. Con ritmo frenetico, smodato che non concede tregua, il cinema si mostra nella sua veste più irrefrenabile. Un sogno reale di carriere in salita fino alle stelle o di discesa negli inferi.California, 1926. Con uno stile che ricorda per molti aspetti La La Land, il bailamme di una festa sorprende lo spettatore nelle prime scene e lo immerge velocemente nella magia dell'artificio fatto di musica, alcol e di ogni sorta di piaceri portati all'esagerazione, gli eccessi strabilianti del mondo del cinema di quell'epoca.
Il giorno successivo si torna a girare. Si è nel deserto, sono i tempi del cinema muto, i sogni vengono affidati alle immagini che devono essere di una grande forza espressiva. Si lavora affrontando mille difficoltà, i tempi della luce diurna, le bizze degli attori, gli imprevisti creati dalla gestione di moltissime comparse ma ... si gira e si resta con il fiato sospeso in attesa del verdetto del regista: "E' buona!"
Tra i vari personaggi quelli rappresentati da Margot Robbie e Brad Pitt ricordano vagamente John Gilbert e Clara Bow, divi del cinema muto che scomparvero con il sonoro. Se la bravura di Pitt non deve essere menzionata, piena protagonista di molte scene è la bella Margot Robbie alias Nellie LaRoi, una stella destinata a qualcosa di grande, come lei stessa si definisce.
Il personaggio proviene da una classe sociale bassa ma ha una grande dote: l'eccesso del suo carattere è strepitoso sul set, sa piangere a richiesta con una o più lacrime. Il regista Chazelle ha chiesto all'attrice tutta la sua energia nel realizzare un ruolo sfrontato, euforico, prorompente che chiede la piena attenzione di tutti. La Robbie non credeva di essere in grado di soddisfare queste richieste ma sembra sia riuscita con grande maestria.
In questo mondo che costruisce sogni, vite protese "A qualcosa di più grande, che duri, che abbia un significato" ci sono i vissuti precari dei protagonisti, per loro la felicità è un bene effimero, si conquista se la stampa elogia, se il pubblico apprezza, ma si perde inesorabilmente se la propria arte non è adatta ai tempi che cambiano.
Nel cinema degli anni Trenta irrompe il sonoro, molti attori dell'epoca non hanno le doti per recitare in uno studio dove devono convergere molteplici elementi tecnici in armonia e precisione . Ciò che ha incuriosito il regista ad occuparsi di questa epoca in cui gli attori erano quasi maschere, non potevano usare la voce e dovevano dunque forzare moltissimo le espressioni facciali, sono state le numerose morti dovute a overdose o suicidi. Come nella realtà storica a cui la vicenda allude, i due personaggi Jack Conrad e Nellie LaRoi non riusciranno ad adattarsi alle nuove caratteristiche del mestiere di attori e dovranno lasciare la scena alle nuove star del cinema.
Accanto alle vite artistiche di Nellie e di Jack, c'è Manny Torres, giovane tuttofare che compare sin dalla prima scena e risulta fondamentale nello sviluppo dell'intera vicenda. Lavora per Kinescopes Studios ma nel corso della storia prima diviene assistente di Jack Conrad poi produttore esecutivo.
Il suo amore per Nellie lo porta ad affrontare mille traversie nell'intento di salvarla dal suo carattere e dagli atteggiamenti eccessivi, dal vizio del gioco d'azzardo e dai contatti con il mondo della malavita. Egli farà letteralmente discesa nel degrado umano. Condotto dal malavitoso a cui Nellie deve una grossa somma di denaro, dovrà visitare dei sotterranei in cui avvengono ogni sorta di giochi clandestini e in cui dimorano esseri a dir poco mostruosi. Nell'intento del boss, da quella realtà si può ricavare un soggetto per un film. Dunque il mondo del movie affascina chiunque e tutti vogliono divenire artefici di creazioni cinematografiche. Il cinema tuttavia, pur
nei percorsi di debole valore artistico, non è volgarità o abbruttimento.
Chazelle è molto deciso a mostrare questo aspetto, più volte Brad Pitt difende il valore della settima arte, dono creativo per un grande pubblico, rispetto al teatro fruizione di una borghesia elitaria. Il finale infatti, ancora una volta, rivela tutta il suo profondo amore per il cinema, del potere di immortalare i suoi protagonisti e le creazioni, e tutta la sua bravura di giovane regista già vincitore di molti premi e grandi riconoscimenti di pubblico.