Roma, 1 settembre 2022. – di Chiara Segrado*
Vengo da un piccolo paese adagiato nella Bassa Friulana, che lambisce con la sua zona industriale la laguna maranese. Pochi ne conoscono il nome fuori dal Friuli, alcuni perché ci hanno fatto il militare, altri per l'uscita autostradale.
Un tassista di Roma mi ha fatto scoprire che nella capitale gli è stata dedicata una via, via San Giorgio di Nogaro.
Un paese di passaggio, con la statale 14 che lo fende da un lato all'altro per collegare Trieste a Venezia.
Un paese tutto sommato anonimo.
Ma da Sangiorgina ho letto con orgoglio il libro "Essenza di tabacco e robinie" di Paola Zoffi, che racconta di quando San Giorgio era una cittadina di fondamentale importanza strategica, il confine tra l'Italia ed l'Impero Austro-Ungarico al quale era appartenuto in passato.
La storia della mia piccola San Giorgio è la storia dell'Italia, dei lembi di Mitteleuropa che si respirano, radi ma persistenti, da quelle parti.
La Zoffi ricostruisce le vicende dalla celebre Università Castrense, che in quegli anni formò personale medico e curò migliaia di feriti di guerra. "Il paese" riprese l'anziano con orgoglio "è come una enorme corsia d'ospedale militare. E i grandi casali del paese? Le fornaci, i teatri, persino le scuole e il municipio sono diventate cliniche chirurgiche, ovunque ti giri ci sono studenti e professori medici".
(locandina del libro «ESSENZA di TABACCO e ROBINIE»