Oggi che vantiamo un progresso di civiltà, interessi di bottega e forze politiche stanno promuovendo e finanziando un contesto culturale per cui la mercificazione del grembo materno, alla stregua di un macchinario per sfornare bambini, debba essere ritenuta cosa buona per tutti, inevitabile espressione di grande umanità capace di appagare il desiderio, - contrabbandato come diritto -, di chi a tutti i costi vuole uno figlio ma non lo può avere perché la natura gli ha dato altre sembianze.
Nell'antichità un figlio, sempre e comunque, era considerato un dono di Dio, successivamente quello non desiderato veniva definito un "incidente di percorso"; oggi, la creatura desiderata dal fondamentalismo Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), assume le sembianze di un prodotto da ordinare, comprare e poi esibire come trofeo della battaglia per la conquista dei "diritti civili". Quale prezzo sceglieremo di pagare per la silenziosa accettazione del più terribile degli abomini? De gustibus et coloribus non est disputandum...
* consigliere provinciale-regionale