Trento, 20 maggio 2016. - di Gabriella Maffioletti*
Egregio Direttore, Le chiedo ospitalità dopo aver letto, sul suo giornale, la risposta dell'assessore provinciale Daldoss all'interrogazione del 27 agosto 2014 presentata dal consigliere Rodolfo Borga.
Non commento la sedimentazione "dinosaurica" dei tempi": le date sono più che eloquenti! L'Assessore Daldoss fornisce – leggiamo le risposte ai 3 quesiti del documento. Al primo quesito sulle ragioni dell'incarico a Tecnofin per il modico costo di 1,5 mnl di euo, la risposta testuale è "valutazioni che il Presidente e la Giunta provinciale di allora (2004-2005) fecero rispetto al ruolo di Tecnofin Trentina spa e allo svolgimento dell'attività consulenziale che poteva garantire"...
Risposta molto semplicistica che per rimandare all'ex compagno di merende (alias di corrente) la responsabilità di "bubboni caldi" in tempi in cui, a tutti i livelli, si centra l'attenzione sulla razionalizzazione della spesa pubblica e sulla sua efficienza!
Rivendico oggi per allora il "merito" della forte opposizione al progetto della privatizzazione ITEA voluto e attuato, del combinato disposto Dellai-Dalmaso, con la complicità di tutto il centrosinistra autonomista, fondando un'associazione per la tutela degli inquilini dell' " ex edilizia pubblica".
Scandaloso è che Tecnofin affidi la medesima consulenza ad altri soggetti (con sede a Milano) e al pluri-ricercato, nel senso di pluri-gettonato, prof. Cerea (ma dove troverà il tempo per gli studenti???) con compensi che lasciano basiti.
Quali sarebbero gli "studi di fattibilità" che, attraverso un processo di razionalizzazione, avrebbero prodotto la riforma del pubblico sistema casa!?
Oggi, ITEA s.p.a , grazie a tale operazione scellerata, una imposizione fiscale diretta ed indiretta di ca . 68%, ha aumentato i costi di gestione con l'assunzione di oltre 60 impiegati con contratto a tempo indeterminato, mentre l'invoca trasparenza è avvolta da nebbie impenetrabili.
L'incremento esponenziale dei canoni ha minato alla radice il concetto di utilizzazione sociale del bene casa.! In molti casi, secondo i dati in nostro possesso, i canoni di locazione per coloro che hanno redditi di lavoro o di pensione, si aggirano intorno a quelli del mercato privato.
Per questo, sono in molti a lasciare, alla chetichella, ITEA. Stranamente, il fenomeno non viene esaminato: è preferibile nasconderlo. Ecco le motivazioni che sono fornite a noi dell'Associazione: canoni di locazione prossimi a quelli del "libero" mercato, una crescente difficoltà da parte di ITEA (sempre più spesso latitante) di onorare i propri obblighi che la legge e il contratto impongono al locatore, ingenti spese "condominiali" (riscaldamento e altri servizi), spesso ingiustificate o non esposte o non certificate con la dovuta chiarezza, la preoccupazione sempre più marcata per il deterioramento della qualità della vita dovuto a situazione di ingovernabilità di interi fabbricati, infine l'uso scriteriato dei parametri ICEF.
*Presidente di ATAIES e membro della commissione sociale di ITEA S.p.a