Monselice, 30 gennaio 2017. - di Adalbelto de' Bartolomeis
Il nuovo Presidente USA, Donad Trump desidera porre in atto ciò che in campagna elettorale aveva detto, nel suo programma, a chi, poi, lo ha sostenuto ed eletto: attuare una politica protezionistica nel proprio continente, a tutela del popolo statunitense e quindi, di stampo nazionalistico - conservatrice, eliminando controversie di confine con lo Stato del Messico, per i problemi di narcotraffico ed altri, di natura illegale e combattere l' Isis, ma impedendo, altresì, a sette Nazioni arabe l'accesso negli Stati Uniti d' America di profughi e tutti coloro che, già, con permessi di soggiorno avviati o in possesso, non solo sono di origine musulmana, ma hanno avuto ingresso nel territorio americano, per motivi di lavoro.
Venerdì scorso, oltre a rafforzare le sue linee guida per il confine lungo il Messico, ha, a mio avviso, incautamente, emesso un suo decreto i cui effetti potrebbbero, invece, nuocere, proprio, la sicurezza della sua Nazione. Una sospensione temporale negando l'ingresso generalizzato a rappresentanti di sette Stati arabi, escludendo, in particolare, coloro i quali hanno già un piede negli USA e pensando, poi, di farvi accedere solo coloro che non siano d'origine musulmana, pone, inevitabilmente, una discriminazione netta, di cultura, di religione ed anche di razza, che poi risulta difficile non accostarla ad altre situazioni precedenti, di un passato che le anziane generazioni si ricordano, perchè si videro, di colpo, l'ebreo espulso dalle scuole, dagli uffici pubblici e dal lavoro, in virtù di norme aberranti che circoscrivevano queste espulsioni di pura emarginazione, all' epoca, "a vantaggio" della "Difesa della Razza".
Ecco: io non vorrei che questo atto del nuovo inquilino della Casa Bianca sia stato generato da una forma di impulsività garantistica "post" campagna elettorale che, consapevole, anche, di essere divenuto molto potente, non premia, certo, la sua, sicura, intelligenza, a scapito di una sua errata lungimiranza a far sì che i problemi, poi, aumentino, sia interni ed esterni, internazionali, per poi giungere a conseguenze tristi ed imprevedibili. Mi sarei aspettato un distinzione di chi può godere di asilo politico e pregressa libertà di accesso da chi, invece, avanzi richieste nuove.