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Torri di Villazzano, una situazione di degrado insostenibile

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Le Torri di VillazzanoTrento, 28 febbraio 2017. - di Sandro Bordignon

Stimato Direttore, con rammarico denuncio una situazione di due rioni particolari. Scrivo "particolari" perché si tratta di rioni nati non con una storia come gran parte dei rioni di Trento, ma quasi dal nulla: le Torri di Villazzano 3 e Madonna Bianca, 14 Torri e case a schiera.

Io stesso ho abitato lì per molti anni, gli anni più belli, quelli più spensierati, e solo chi ha avuto il piacere di abitare alle Torri può comprendere il rapporto creatosi tra noi ragazzi nel tempo. In un certo senso questo rapporto continua tuttora anche se siamo cresciuti, diventati uomini e donne: una torre, 52 famiglie, praticamente un paese.

Allora esisteva la libertà di poter uscire a giocare in tranquillità e senza alcun problema; una cosa impensabile per i bambini e ragazzi di oggi. Questa libertà veniva compensata da un controllo sociale molto radicato, da legami talvolta difficili ma genuini e sinceri. Ho fatto questa premessa perché quando scrivo delle Torri non riesco a scrivere solo con la testa...ci devo mettere sempre un po' il mio cuore.

Purtroppo allo stato attuale i rioni delle Torri sono diventati difficili. Le persone devono convivere con atti di vandalismo, inoltre la manutenzione ordinaria è stata abbandonata: ascensori e lampioni non funzionanti, serramenti oramai obsoleti da sostituire...

Fino a circa venti anni fa, su 52 famiglie, se ne potevano trovare solo alcune in situazioni di disagio che venivano riequilibrate dalla maggioranza e si andava avanti bene.Tanti disagi che sono purtroppo diventati ordinari. Pensiamo ad esempio al fatto che in molti appartamenti si può trovare ancora l'amianto, per il quale i lavori di bonifica sono stati dapprima iniziati e poi abbandonati. La convivenza è regolata dalla legge del più forte.

Adesso invece ci troviamo con un enorme divario per colpa di un errore di valutazione dell'ente Itea che invece di integrare famiglie extracomunitarie/comunitarie/ Rom, inserendole in un contesto "positivo" dove potevasi trovare una maggioranza di famiglie "buone", ha voluto collocare le stesse senza una preventiva valutazione strategica.

Il risultato non è sotto gli occhi di tutti ma unicamente di coloro che abitano alle torri. Purtroppo si è scambiata l'accoglienza con l'integrazione, fermandosi alla prima.

L'ente Itea, il Sindaco, e la Provincia hanno il dovere di intervenire fattivamente, rendendo accessibili risorse che siano atte a fronteggiare e migliorare una situazione al limite della sopportazione e della decenza.

Nel novembre 2013, con strani paroloni e nell'ignoranza generale, si parlava addirittura di riqualificazione dei quartieri. La previsione si è rivelata oltremodo azzeccata e quasi un presagio: una società liquida, senza meta, senza dignità.

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