Trento, 17 marzo 2017. - di Gian Piero Robbi
Egregio Direttore, ieri la politica trentina ha scritto una pagina triste della sua storia: la maggioranza dei consiglieri hanno detto no alla possibilità di tagliarsi l'indennità, ridurre i vitalizi, eliminare le pensioni complementari e cancellare i finanziamenti ai gruppi politici.
In poche parole, hanno vanificato un disegno di legge di iniziativa popolare, proposto dalle ACLI trentine, sottoscritto da più di 10.000 persone.
I consiglieri hanno, quindi, dimostrato non solo di non volere perdere i propri privilegi, quelli che hanno costruito l'idea della 'casta', ma anche e soprattutto di non dare alcun valore alla volontà popolare.
Consiglieri che hanno dimenticato di non essere dei cavalieri investiti dal re ma rappresentanti nominati dagli elettori che, in quanto tali, dovrebbero perseguire le loro volontà e non i propri interessi.
Un'istituzione che, al momento, difficilmente può distogliere da sé l'idea di essere solo un insieme di incarichi e poltrone per cercare di portare più acqua possibile al proprio mulino, prosciugando quella destinata ai cittadini.Consiglieri che ieri, scegliendo per il no, hanno sicuramente fomentato l'astio nei confronti dell'Istituzione di cui fanno parte a tempo determinato.
Le 10.000 firme non dovevano essere gettate in un cestino ma tutelate e valorizzate. L'ennesima vergogna della politica arrivista ed egoista.