
Queste candidature hanno scosso gli animi di un'altra valle che, in quel momento (come già in altre edizioni della manifestazione ed altri eventi: Expo 2015...), stava rappresentando il Trentino davanti a tutto il mondo viti-enologico: la Valle di Cembra.
La Valle di Cembra con i suoi 708 chilometri di muretti a secco, i suoi terrazzamenti vitati, le sue chiese antiche, i suoi castelli, le piramidi di Segonzano, la sua gente e le sue tradizioni merita assolutamente di entrare a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità Unesco in quanto luogo unico e da tutelare.
L'entrata della Valle di Cembra all'interno della lista dei patrimoni dell'umanità, secondo sito in Trentino dopo le Dolomiti, gioverebbe a tutto il contesto provinciale. Questo riconoscimento attirerebbe numerosi turisti provenienti da tutto il mondo affermando la Valle di Cembra come meta per l'enoturismo e aumentando il numero di visitatori che, ogni anno, scelgono il Trentino come meta per le loro vacanze.
A beneficiare di questo riconoscimento non sarebbe solamente il comparto turistico della Valle di Cembra ma anche il suo comparto agricolo e quello riguardante l'estrazione e la lavorazione del porfido. Infatti, grazie all'attenzione generata dall'entrata della Valle di Cembra all'interno della lista dei patrimoni dell'umanità Unesco, tutti gli agricoltori potrebbero riunirsi in un'unica cooperativa ed esportare i propri prodotti sotto un unico marchio in tutto il mondo. Inoltre il porfido cembrano potrebbe beneficiare della popolarità della Valle di Cembra aumentando le vendite di un prodotto che, purtroppo, è stato duramente colpito dalla crisi economica.
Una prima proposta di candidatura delle piramidi di Segonzano e della Valle di Cembra a Patrimonio Unesco è stata effettuata nel 2015 dal coordinatore politico di Agire per il Trentino Claudio Cia (accompagnata dalla raccolta di oltre 1000 firme online), tuttavia essa non è ancora stata discussa e il lunghissimo iter non è ancora iniziato.
È evidente che i nostri consiglieri provinciali sono troppo impegnati a discutere di depotenziamento della fascia dei sindaci piuttosto che occuparsi di una vera iniziativa autonomista. Ma se i problemi della gente si riducono al depotenziamento delle cose non sarebbe forse meglio depotenziare i nostri politici?
* Referente di Agire per il Trentino per la Valle di Cembra