Aosta, 12 luglio 2017. - di Giancarlo Borluzzi
All'inizio degli anni '90 sono stati posti in Aosta una ventina di pannelli metallici indicanti le direzioni da seguire per raggiungere gli alberghi cittadini. Aosta si vanta di essere una città ospitale, come recita lo stucchevole pannello autocelebrativo visibile all'ingresso in Aosta sulla strada proveniente dal Gran San Bernardo: ma è trascorso un quarto di secolo dal posizionamento di tali pannelli e il panorama alberghiero è profondamente mutato, però ci sono sempre gli stessi pannelli, anacronistici quanto fuorvianti per il turista! Questa non è una reiterazione di mie denunce precedenti perché più il tempo passa, più quei pannelli sono ridicoli.
Descrivo quello che vedo per giungere alla rotonda dell'ospedale, anche perché è il primo che appare ai turisti che arrivano dal traforo italo-svizzero. Sono indicate le direzioni verso dieci alberghi, ma in ben sei casi l'informazione è insensata perché o l'albergo non esiste più o ha mutato nome dopo ristrutturazioni e cambi di proprietà.
In dettaglio: da quasi 25 anni l'Ambassador non esiste più, dopo una totale ristrutturazione è diventato altro da un albergo ma il capoluogo della Valle d'Aosta lo sciorina in bella evidenza per ragioni alfabetiche sui pannelli. L'Europe, dopo ristrutturazioni e cambi di proprietà, si chiama da tempo Hotel Duca d'Aosta. Il già hotel Bus, dopo una completa ristrutturazione, è diventato HB Aosta.
L'Holiday Inn, ristrutturato, si chiama oggi Norden Palace. Da anni l'hotel Excelsior non esiste più, i suoi spazi hanno altre destinazioni. L'albergo Mont Fleury è chiuso, abbandonato da oltre 15 anni.
Critiche analoghe vanno riservate agli altri pannelli metallici in Aosta, riportanti indicazioni verso le precedenti o altre strutture alberghiere. E c'è chi si pavoneggia coniando amenità quali "Aosta capitale" e "Aosta città ospitale", due facezie assolute, oltretutto in presenza dei privilegi statali: va ricordato che dal 1993 (suppergiù in concomitanza col piazzamento dei pannelli qui indicati) la Valle ha ricevuto il privilegio statale di un contributo annuo indicizzato sostitutivo dell'importo dell'Iva da importazione venuta meno per la caduta delle barriere doganali, privilegio che, sommato ai 9/10 di riparto fiscale, ha permesso alla Valle di ricevere dal munifico Stato italiano (accusato di "centralismo" dai localisti benpensanti) circa il 125% delle tasse che si sarebbero dovute versare a Roma. E pur con tale privilegiato pozzo di san Patrizio non si sono attivati interventi per aggiornare pannelli riguardanti la prima risorsa della Valle, cioè il turismo!
Anzi, ciliegina sulla torta: l'assessore Andrea Paron ha fatto recentemente piazzare nel capoluogo regionale nuovi e costosi pannelli viari in francese, lingua presente ad Aosta ancora meno dei datteri sugli alberi. In tal modo questo escursionista tra forze politiche opposte (domanda: passerà alla nuova maggioranza dopo che quella in cui si è accoccolato quand'era comoda ora è diventata minoranza?) dimostrò la sua novella fede appena sposata, ma sicuramente non ha fatto l'interesse pubblico della città. Mi pare che ci stia tutta una segnalazione specifica alla Corte dei Conti valdostana per le considerazioni del caso, invero paradossale e degno di pubblicizzazione a livello nazionale: pannelli con alberghi inesistenti da un quarto di secolo!
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