Trento, 20 luglio 2017. - di Michael Moser
Per non parlare di quella volta che Luigi Bonaventura, ex 'ndranghetista di spicco che a partire dal 2005 ha deciso di collaborare con la magistratura, durante una intervista ha definito il Trentino "un'isola felicissima per le organizzazioni criminali".
La scorsa settimana è toccato a Rosy Bindi (presidente della Commissione antimafia) che, al termine di un vertice con i commissari del governo di Trento e Bolzano, ha affermato che in Trentino-Alto Adige non ci sono significativi elementi riconducibili alla criminalità organizzata e che una particolare attenzione è riservata al settore porfido che alcuni anni fa era stato investito dall'inchiesta "Aemilia" che riguardava in particolare l'azienda Marmirolo Porfidi (sede legale a Trento e cava in provincia di Mantova) che aveva portato all'arresto di oltre 160 persone tra Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Trentino.
Ci avevamo pensato noi di AGIRE, attraverso il nostro coordinatore politico Claudio Cia, a riportare i pensieri dei nostri cittadini in Consiglio provinciale in un intervento dello scorso dicembre, a seguito del quale la giunta aveva abbandonato l'aula.Sebbene tutti siano rimasti sorpresi sentendo queste affermazioni, la stragrande maggioranza dei trentini si sono chiesti come abbiano potuto i nostri politici rimanere esenti da menzione.
Come affermato nell'intervento:" I nostri cittadini più guardano alla politica e più si convincono che il Trentino non sia poi tanto diverso dai territori impregnati di Camorra. Mentre nel sud Italia il crimine organizzato nasce fuori dai palazzi istituzionali e in cerca di copertura si rivolge poi ai politici, in Trentino a generare mafia è la politica fatta da certi personaggi che hanno spolpato le istituzioni per creare un sistema di potere su cui modellare norme, dare vita a società, inventare bisogni e pretesti tali da giustificare l'uso di denaro pubblico e piazzare fedelissimi a presidio di posti strategici."
La paura è l'ingrediente vitale che alimenta questo sistema. Come ha ricordato Cia:" Se non ti adegui perdi gli "amici", se perdi gli "amici" perdi il finanziamento, se perdi il finanziamento chiudi baracca e burattini. Non sei schierato con il partito giusto? Allora non ricevi sostegno, non trovi o perdi il lavoro, per te non c'è l'appartamento Itea e la meritocrazia non conta. Nella tua terra la vita diventa un inferno."
Cari trentini, nel 2018 l'occasione è ghiottissima. Alle prossime elezioni vi è l'occasione di spazzare via una classe politica basata sui "piazeri e piazeroti" e di sostituirla con una nuova, giovane e che possa dare una soluzione ai problemi di TUTTI i cittadini. Pensateci bene prima di entrare in cabina elettorale, non diventate complici di un sistema marcio, non siate omertosi.
* coordinatore Agire per il Trentino - Valle di Cembra
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