
Questo articolo tratta di storie molto toccanti di persone affette da vari tipi di disabilità che hanno intrapreso un distacco dalla famiglia per crearsi una propria vita indipendente, molti grazie a soluzioni come il cohousing o tramite gruppi appartamento.
In particolare, la prima soluzione è sostanzialmente una forma di convivenza tra più persone disabili e non che decidono di vivere nella stessa casa pur non avendo legami affettivi o di parentela, al fine di dividere le spese dell'appartamento. Questa soluzione è molto in voga tra gli studenti universitari ad esempio, ma meno diffusa tra i lavoratori e altre categorie. In realtà negli Stati Uniti e in altri paesi è una formula molto diffusa.
In questo caso però il cohousing diventa una grossa opportunità per chi prima di allora poteva solo sognare una vita indipendente. Infatti, con questa formula di convivenza anche chi soffre di alcune malattie o disturbi invalidanti può sperare in una vita indipendente grazie all'ausilio di amici o conviventi che condividendo l'abitazione possono assistere e aiutare il disabile.
Questo concetto si espande con i gruppi appartamento che sono pensati proprio per la convivenza tra disabili e quindi adatti a rendere completamente autonoma la vista degli stessi anche grazie all'ausilio di associazioni. Ed è bello sapere che nel nostro paese queste strutture siano già una realtà che sta dando i suoi frutti.
Che un disabile possa conquistare la sua autonomia condividendo l'abitazione con degli amici o andando a vivere in gruppi appartamento è un passo molto importante che dà speranza a tantissime persone. Già perché l'autonomia, l'indipendenza per chi non soffre di disabilità sono forse dei concetti scontati, ma per chi vive questa realtà rappresentano un ostacolo che oggi grazie al lavoro di ottime associazioni e volontari, sta diventando sempre meno insormontabile.
Persone affetta da autismo, sindrome di Down o da altre patologie invalidanti, oggi hanno la concreta possibilità di avere una propria vita autonoma, il che è un diritto inalienabile di ogni essere umano.
Certo, viene l'amaro in bocca nel pensare che conquistata l'autonomia grazie a una propria abitazione, poi i problemi continuino a perseguitare chi è in difficoltà per via delle numerose barriere architettoniche che ancora invadono le nostre città che di fatto sono ancora lontane dall'essere a prova di disabile.
È necessario quindi che chi pensa ad ogni sfaccettatura della "cosa pubblica", smetta di farlo in modo antiquato e impari a vedere il mondo anche dagli occhi di chi per un motivo o per un altro vive uno svantaggio. Che si tatti di barriere architettoniche o burocratiche, oggi si deve costruire un mondo che garantisca l'autonomia di tutti i cittadini.
* Coordinamento dell'Alto Garda di Agire per il Trentino