Trento, 2 maggio 2019. - di Alex Boller
Caro Direttore, non lo vediamo, ma laggiù, non troppo lontano c'è un bivio. Rimbambiti da milioni di parole, ce lo ritroveremo davanti agli occhi il 26 maggio.
Seppur con non troppo entusiasmo, dovremo comunque imboccare una delle due diramazioni. Non possiamo sostare in mezzo alla strada. Questo è certo.
Ma saranno quelle tormentose parole che ci indicheranno la via? No, non credo. O per lo meno lo spero vivamente.
Dovrebbero essere gli occhi e la capacità di valutare, per una volta, fuori dagli schemi, ad indicarci quale delle due strade imboccare. Smettere di essere tifoseria, scendere in campo ed essere protagonisti.
Credo sia l'ultima chiamata per questa giovane Europa nata frettolosamente e figlia di papà confusione e mamma indecisione.
Gran responsabilità del malessere (quasi) generale, credo sia anche questo nuovo pensiero calato dall'alto da pochi, e mal digerito da molti.
C'è una violenza di fondo in tutto ciò. Ci hanno infilato in un box da cui non si deve uscire. Pena una squalifica umiliante e spesso feroce.
In un batter d'occhio tutte le certezze sono state messe in discussione. L'ovvio è diventato tabù. Il dissenso, un nemico da combattere fino all'ultimo sangue.
Una mano gigante ha infilato il mestolo nella ciotola e ha mischiato il dolce col salato. Con la pretesa che il piatto fosse di gusto a chiunque. Chi non ne apprezza il sapore, viene spedito in cucina a lavare i piatti.
Il Politically Correct è una spada di Damocle che penzola sulla nostra testa. E un pericolo non ancora percepito fino in fondo. Questa apertura totale creerà un giro d'aria incontrollabile e devastante.
Noi siamo figli del rispetto reciproco, perché così ci è stato insegnato.
Ma siamo sicuri che tutto il mondo la pensi come noi? O qualcuno molto presto approfitterà di questo nostro valore, leggendolo invece come debolezza?
Ritengo che questa sia l'ultima chiamata utile. In qualche lustro l'Europa è stata sfigurata, difficile pensare che seguendo ancora la stessa condotta, non venga deturpata per sempre.
Guardare, non serve sforzarsi oltre. Solo osservare e chiedersi quale gravosa responsabilità abbiamo.
La responsabilità di volerci bene.