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Il grande smacco: no alle esenzioni delle rette Rsa per i malati di Alzheimer

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La cattiva gestione delle politiche sociali determina un fallimento assistenziale e sanitario di immensa portata

Trento, 9 gennaio 2020. – di Gian Piero Robbi

Egregio Direttore, l'innegabile diritto alla Salute che accomuna i cittadini italiani torna sotto processo a seguito di una notizia di qualche giorno fa che ho appreso dalla stampa locale e che ha sconvolto moltissime famiglie coinvolte nella problematica situazione.

Stiamo parlando del "no" che la Giunta trentina ha indirizzato alla richiesta presentata da parte dei rappresentanti dell'associazione Alzheimer che operano nella cittadina. La proposta rivolta invano all'assessore Stefania Segnana aveva lo scopo di agevolare mediante un'esenzione finanziaria le famiglie dei pazienti interessati, riconoscendo tanto la complessità degli oneri di cura e di mantenimento del soggetto, quanto l'importanza di un supporto al cittadino che fosse presente in tutte le fasi della malattia, allo scopo di valorizzare la vita umana.

L'ordine del giorno era stato presentato in Consiglio Provinciale dal PATT (Partito Autonomista Trentino Tirolese) così come ricordato da Renzo Dori, Presidente dell'associazione colpita dal grande smacco. Se di salute si tratta, infatti, non è da escludere che il nostro Stato sia ugualmente affetto da una grave patologia: l'indifferenza e l'incuria economica cela spesso un senso di iniquità e ingiustizia nei confronti degli anelli più deboli della catena sociale.

La cattiva gestione delle politiche sociali sembra insediarsi in provincia come un virus la cui contaminazione è difficile da gestire. Il "no" della classe dirigente trentina non è soltanto il fallimento di un progetto da leggere con orgoglio sui quotidiani, ma rappresenta la disgregazione di una speranza che aveva accomunato in questi mesi le famiglie interessate. Eppure in campagna elettorale la musica era un'altra. Ancora una volta la realtà risulta essere ben diversa dalla fantasticherie che spesso rischiano di suggestionare e strumentalizzare il valore dei diritti civili e sociali che competono ad ogni cittadino.

L'esenzione delle rette Rsa non ci sarà, e sarebbe bene interrogarsi sul motivo di tale decisione. Il rischio che si corre è quello di collezionare esperimenti sociali destinati al fallimento, soffocati nelle righe di un trafiletto pubblicato sulla stampa locale. Cosa verrà ricordato della proposta dell'Assessore alle Politiche Sociali? La risposta è difficile da trovare: molto probabilmente la delusione di quanti speravano in un Paese che sapesse andare incontro alle esigenze del più debole.

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