Trento, 3 aprile 2020. - Redazione
Al termine del servizio attivo, in data 19 gennaio 2020,il col. Gaetano Cascino ci ha inviato, lo scorso 27 febbraio, copia della lettera di saluto di commiato al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano. Abbiamo ritenuto molto opportuno condividere con i lettori le parole del col. Cascino nella sua nobile epistola. Il Direttore Claudio Taverna
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Roma, 6 febbraio 2020
Signor Capo di Stato Maggiore dell'Esercito,
Sono il Col. (aus) in Cavalleria Gaetano Cascino. Il 19 gennaio di quest'anno, al compimento dei miei 60 anni e dopo 41 anni di servizio, ho lasciato il servizio attivo e come quando qualcuno lascia casa nostra, mi è sembrato giusto rivolgere a Lei un semplice saluto da un Soldato che ha cercato di vivere intensamente e fino all'ultimo giorno, il Servire le nostre Istituzioni.
Ho iniziato servendo nell'Arma dei Carabinieri per poi l'anno dopo, ottobre 1979, con il 161° corso ESEMPIO, iniziare la mia vita da Ufficiale dell'EI.
Ho imparato da subito che per saper Comandare, bisogna saper Obbedire e che Comandare significa Servire.
È una scelta di vita che nessuno ci impone ma che una volta scelta va perseguita con ogni energia senza se e senza ma.
Ho vissuto tutti i cambiamenti e le situazioni di questi ultimi anni del nostro secolo cercando di mettermi in gioco senza mai "chinare la schiena" ora per questa o per quella situazione.
Ho vissuto in prima persona e per oltre 6 anni il contributo alla lotta alla mafia, "Vespri Siciliani", le operazioni di "Peace Keeping" in Bosnia, in India Pakistan e nel 2001 al comando dei miei uomini in Kosovo e poi in Germania con l'ARRC.
Non nego che magari avrei aspirato a qualcosa di più, ma questo durava solo un attimo, Signor Generale, perché subito pensavo a quante emozioni la mia vita, la nostra vita, può darci. Come dimenticare le emozioni che vedevo nei miei uomini entrare in caserma giovani e uscirne dopo 12 mesi adulti e con qualcosa in più, o la gente della strada lungo le vie di una martoriata Sicilia, ringraziarci per la nostra presenza sul territorio o ancora gli occhi, quegli occhi di uomini donne e bambini di Sarajevo dopo anni di conflitto o gli occhi dei bambini dell'orfanotrofio di Decane che riuscivano, grazie al cuore dei nostri uomini e donne, ad avere ancora un sorriso.
Prendendo a prestito le parole di una poesia di George Skypeck, PREGHIERA DEL SOLDATO vorrei dire che "Io sono stato quello che gli altri non volevano essere........Ho visto il volto del terrore. Ho sentito il freddo morso della paura. Ho gioito per il dolce gusto di un momento d'amore.......Quando giungerà la mia ora agli altri potrò dire che sono orgoglioso per tutto quello che sono stato......un SOLDATO"
Vorrei concludere con un'ESORTAZIONE ai nostri colleghi, uomini e donne, siate sempre d'Esempio per Voi stessi e per le persone che vi lavoreranno a fianco senza cercare ori e vanti, questi, prima o poi finiranno, ma le Emozioni che vi potranno dare, queste, non finiranno MAI.
A Lei, Comandante, l'augurio di sempre migliori fortune ed un Grazie per ciò che le Forze Armate mi hanno dato.
Viva la Nostra splendida Italia
Un Soldato