È difatti un amorale, una persona che, ritenendosi con due condizioni, furbo ed intelligente, sfrutta al meglio il suo egocentrismo, il suo lato ossessivo della sua piena autostima.
Crede di avere un'elevata opinione personale da vivere la propria esistenza nel narcisismo più inaudito, come lo stesso egoismo. Materializza ogni aspetto della propria vita cercando di renderla esasperatamente proficua sui successi che ritiene di conquistare, sfruttando circostanze, occasioni, situazioni e naturalmente chi più gli può essere a tiro, come una facile "preda". Sfrutta, al pari della bestia, il lupo, l'altra bestia, l'agnello e similmente, con l'istinto animale, si fa "fuori" la preda, usandola il più possibile, sfruttandola, perché questa, nel frattempo è solo ingenua e si accorge solo tardi quanto lavoro è stato predisposto per identificarla, per poi sbarazzarsene, togliersela di mezzo.
In quest'ultima manifestazione umana l'opportunista sta in relazione con la società solo per un interesse: vincere e risultare vincente nemmeno avesse dei meriti! È abile a studiare tutte le mosse per raggiungere uno o più scopi e se può circuisce chi gli può procurare dei piaceri, dei vantaggi, a cominciare dagli stessi familiari, i propri parenti, i conoscenti, fino agli amici.
Ammansisce, vellutato di finta disponibilità, comprensione, soprattutto se dall'altra parte esiste una fragilità emotiva che ripone debolezza, ma autentica lealtà a chi questa non ce l'ha proprio. Il disvalore sull'ambiguità sta tutto lì: l'opportunista finge, è meschino, considera chi è convinto di essergli un amico solo un mezzo, una trave, una pezzo di legno, perché anche non raggiungendo ciò che si era prefissato, è sufficiente un solo diverbio con "l'agnello" e tutto finisce di colpo, perché l'orgoglio acceca persino l'ambizione e questa non possiamo ritenerla ne furbizia, ne intelligenza.
Così, ognuno gira la testa altrove, ma chi rimane il vero scornato, perché deluso, amareggiato, è chi si è dimostrato sincero da sempre, leale e diretto. L'opportunista non ama chi gli si pone con domande dirette perché come è bravo ad assecondare per il fine che vuole raggiungere è invece una frana di diplomazia: non dura se dall'altra parte si comincia a delineare la percezione della persona con cui si ha a che fare. Questa si schianta di colpo, crolla perché sa che l'interlocutore ha capito di che pasta è fatto il soggetto: sporco, marcio fino al collo e francamente poi diventa difficile provare compassione: solo una gran miserevole pena.
L'opportunista si limita ad intrattenere relazioni formali, ma non ha amici perché il suo interesse è molto più importante che circondarsi di amicizie autentiche, disinteressate. Ha le idee chiare su cosa vuole dalle persone, ma non da nulla senza un tornaconto e le usa appunto finché può e poi passa ad altre. Conosce solamente rapporti fittizi e di convenienza. Se gli riesce vive alle spalle degli altri, facendosi beffe dei loro sentimenti, del loro tempo e della loro persona. Quanto ho scritto si riferisce a tutti gli opportunisti che ho conosciuto nella mia vita, purtroppo molti e con molta sofferenza e turbamento sono sempre riuscito a tagliarli fuori dalla mia esistenza.
I miei anni incalzano e non danno tregua ad una spensieratezza che si sta sopendo, perché la mia vita non è più giovane e quindi è purtroppo anche con profonda amarezza che si acuisce il mio disagio quando sono costretto a dovermi improvvisare "chirurgo" con bisturi.