I cori di critica si sono alzati dai Sindacati e , fra più o meno balbettii, dall'interno del Consiglio Regionale al punto che il Presidente Roberto Paccher ha deciso di congelare anche per il 2021 l'erogazione. Congelare, dunque; ciò vuol dire che prima o poi le prebende saranno poi assegnate a meno che non venga licenziata una apposita legge che elimini gli effetti ora in vigore. Non so se ciò avverrà; annoto solo che, in punto di diritto, il principio perequativo esiste e va rispettato; se il discorso viene deviato sugli eccessivi emolumenti percepiti dagli Amministratori e quant'altro, il tavolo di discussione è un altro.
In attesa della pubblicazione della sentenza, è freschissima la notizia proveniente dall'Ufficio Stampa della Corte Costituzionale, che la stessa ha ritenuto legittimo l'ennesimo blocco (il cosiddetto "raffreddamento della perequazione"), per il triennio 2022-2024, impedendo così la rivalutazione automatica delle PENSIONI superiori a 3 volte il minimo. I detentori, cioè, di introiti superiori ai 1.546,74 euro lordi mensili (cifre che, considerando a parte i "pensionati d'oro" , non rendono certo ricchi questi percettori) non potranno godere degli adeguamenti annuali. Questo sopruso è perpetrato dal 01 gennaio 2012 grazie a provvedimenti illegittimi, anticostituzionali (così si è pronunciata la Suprema Corte con sentenza n.70 del 20.3.2015) e/o raggiranti, assunti da una Sinistra di Governo individuabile nei suoi non dimenticati interlocutori.
In ordine cronologico: Mario Monti- Elsa Fornero, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte, longa manus prima dei 5 Stelle-Lega (quest'ultima colpevole e complice al fine di ottenere l'approvazione di" quota 100") e poi dei 5 Stelle-PD-Leu. La Sinistra, quindi, da difensore, come a sproposito ama ancora autodefinirsi, delle categorie più deboli e bisognose, si è, nei confronti della categoria dei Pensionati, certamente non ultima parte del Paese, trasformata in fredda, cinica e letale esecutrice finale.
A beneficio dei pensionati e non, ricordo questa tabella che riporta (dal 2006) la raggiunta perdita attuale, sottolineando che gli effetti del blocco della rivalutazione continuano e durano per tutta la vita e non verranno quindi recuperati.
Pensione 2.000 euro lordi al mese (1.500 netti) : - 113 euro mensili : persi 12.000 euro
Pensione 3.000 euro lordi al mese (2.100 netti) : - 158 euro mensili : persi 30.000 euro
Pensione 4.000 euro lordi al mese (2.800 netti) : - 202 euro mensili: persi 48.000 euro
Pensione 5.000 euro lordi al mese (3.400 netti) : - 245 euro mensili: persi 63.000 euro
Ebbene è il momento che Sindacati e Contestatori istituzionali che abbiamo sentito tuonare e protestare contro i provvedimenti, per ora congelati, scendano con la stessa veemenza in campo, non con le solite e ripetitive frasi di circostanza ma attuando modalità che ridiano finalmente dignità all'ormai tartassato e prosciugato mondo dei pensionati. La perequazione non è un benefit che può esistere o non esistere a seconda di un diverso contratto aziendale, è, al contrario, un diritto costituzionale comune a ciascuna persona che non può essere alterata in via continuativa fino ad essere ormai ritenuta cancellata.