Trento, 3 gennaio 2021. - di Giannantonio Radice
Egregio Direttore, se sul piatto di una ipotetica bilancia si potesse adagiare il cervello umano per poterne misurare le capacità intellettiva e di ragionamento, grazie al contrappeso da collocare sull'altro piatto, il risultato di rilevare la persistenza del perfetto allineamento senza alcun intervento riequilibratore, rappresenterebbe, penso, ricorrente penosa e demoralizzante verifica.
Se poi sul piatto potessimo porre la materia grigia di chi con atto di "sublime coraggio " ha deturpato e danneggiato la scultura in bronzo di piazzetta d'Arogno potremmo assistere al paradosso di una espulsione dal medesimo piatto "motu proprio" dell'ingombrante deposito quasi fosse l'espulsione del pilota di un aero in presenza del pericolo di caduta del proprio mezzo.
Ricordo ancora quell'otto maggio del 2016 quando dopo oltre due anni di impegno e difficoltà alla presenza di autorità civili, ecclesiastiche, di impegno civile e di un numeroso pubblico fu tolto il drappo che presentava la realizzazione bronzea della nostra città ".
Ad applaudire e orgogliosamente compiacersi di quanto realizzato il Preside e gli alunni artefici, in magnifica squadra, del modellino poi dato alla fonderia. Erano ragazzi di 14,15,16 anni che indicavano, col petto gonfio, quelle parti che avevano realizzato in laboratorio presso la scuola d'Arte Vittoria; "il Castello del Buonconsiglio l'ho fatto io!", "e io il Mausoleo di Cesare Battisti!", "e io il monumento a Dante!" e via con i mille ricordi e aneddoti su quali ridere e celiare! E tutti noi, ciascuno per quanto aveva fatto, a partecipare alla gioia contagiosa dei giovani che ci restituiva quei nostri anni ormai passati.
Provo pena per quel povero... sciocco che non potrà mai capire cosa vuol dire creare qualcosa di buono traendone un ristoro e un appagamento interiore che riescono, almeno in parte, a colmare le mille angosce che ogni giorno ci sommergono.
(nella foto Giannantonio Radice)