Monselice, 7 settembre 2021. - di Adalberto de' Bartolomeis*
Caro Direttore, se io fossi stato presente all'ultima, recente conferenza stampa del signor Presidente del Consiglio dei Ministri, nominato, non dal popolo, come ormai è diventata una consuetudine, in questa Nazione, quale cittadino avrei tentato di rivolgergli la seguente domanda: "ma lei, signor Presidente, crede di voler direzionare un revolver sul tavolo con la canna rivolta, simbolicamente, verso chi l'ascolta e cioè verso i cittadini?"
Insomma, che cosa crede di voler dimostrare signor Draghi con le sue imposizioni a volere vaccinare tutti, non rispettando, peraltro chi, per disastroso scasso di un'informazione che non è mai esistita, o comunque non è stata, certamente, chiara, in tutti questi mesi, su questi benedetti sieri igienici, di voler minacciare la gente che ha dei dubbi, ma non certamente per colpa propria!
Le ricordo che, tra chi probabilmente, per esasperazione, si considera un NO VAX, ci sono anche quelli che invece non lo sono affatto, semplicemente perché hanno il diritto di essere incerti sugli effetti di questi vaccini.
Semplice. Lei, quindi, con le affermazioni, che ritiene abbiano un valore etico, di buon senso civico, perché vaccinarsi, secondo lei non è solo un dovere, ma adesso sta diventando un obbligo, non pensa, però che più diventa insistente e più chi nutre dubbi su questi preparati farmacologici arrivi pure a reagire al netto rifiuto di sottomettersi all'inoculazione, solo perché Lei, ma altrettanto la massima autorità del nostro Stato, il capo di questa Nazione, Sergio Mattarella, insieme, volete imporlo a tutta forza?
Mi perdoni Signor Draghi se uso termini che mi inducono ad associarla, a questo punto, ad un pistolero, ma sembra proprio così: è come se avesse un revolver mentre parla, affrontando l'argomento vaccini e green pass e quindi Lei punta il suo dito o questa simbolica arma da fuoco a chi le è davanti e la sta ascoltando.
Mi dispiace signor Draghi, ma da come ho nuovamente seguito il suo discorso, perentorio e deciso a seguire la strada dell'imposizione e quindi volto ad una pura coercizione su questa vituperata faccenda, non posso paragonarla che al rivoluzionario messicano Pancho Villa, autoritario e guerrigliero.
Non è, certo, un uomo garante di equilibri democratici e liberali, se fa così, perché contravviene ai più basilari principi di questo ordinamento repubblicano! Aggiungo ancora: lei approfitta senza voler cogliere il significato intrinseco che l'articolo 32 della Costituzione Italiana recita al secondo e terzo comma: ... nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge ( quindi non solo per decreto legge come vorrebbe fare lei).
Arriviamo al terzo comma: la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Allora, i casi sono due: o lei ritiene e decide che in questo Stato non ha più nessun valore la democrazia, oppure spera che forzando con un suo decreto legge, tutti stiano zitti e per tutti intendo istituzioni dello Stato, giornalisti, comparto sanitario nazionale e collettività pubblica intera?
Se è così faccia un'altra cosa, ma che questa volta diventi anche plateale: si ripresenti in una prossima conferenza stampa e davanti a tutti stracci la carta costituzionale, almeno sapremo che la democrazia è finita: con lei siamo entrati in piena dittatura.