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Come fare di un'erba un fascio

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Monselice, 17 ottobre 2021. - di Adalberto de' Bartolomeis

Caro Direttore, le manifestazioni di proteste avvenute sabato 9 ottobre scorso non solo a Roma, ma anche in diverse città d'Italia, rappresentano sempre più il forte malessere e grande disagio che incombe a chi lo sta subendo ed è costretto a dovere reagire, suo malgrado, purtroppo, anche molto male, di fronte ad una realtà che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana.

Non ho mai visto che la politica stia quasi entrando a forza, a gamba tesa, dentro le case degli italiani e quando scrivo di politica è un incredibile "escalation" di autoritarismo non solo da parte dei palazzi di governo, ma da più parti delle regioni, in Italia.

Questo lasciapassare, il passaporto, insomma, il "green-pass" che esaspera, sicuramente, non pochi animi di tanti connazionali, è davvero divenuto come se fosse la "spada di Damocle". Se ce l'hai "godi" di una certa libertà, che è ottenuta per concessione, a tempo limitato e con obbligo di riacquistarla con rinnovo; se non ce l'hai sei un emarginato o un "fascista" anche perché risulti non vaccinato.

Io mi domando come mai gli italiani possano sopportare tutto ciò e meritarsi una condizione di soggetti che devono ubbidire zelantemente, facendosi pure agnelli ad un lupo che sembra lì lì, pronto per azzannare? Fissando appunto questo ulteriore provvedimento del 15 ottobre, con obbligo di "green pass" dappertutto, come vuole chiamarla questa azione politica?

Impositiva, da ricatto, che costringe anche chi è vaccinato a capire che la prevenzione sanitaria ha un fine, mentre l'obbligo di un documento attestante la vaccinazione è solo una disposizione burocratica che impone ad una popolazione uno schiacciante peso di ruoli surreali, di controllori e controllati. Questo genere di azione, se da una parte sembra fatta di proposito per portare allo sfinimento gli indecisi al vaccino, perché legittimamente dubbiosi, in quanto è mancata totalmente un'informazione chiara, dall'altra può essere interpretata come una volontà cinica, di una pessima strategia: indurre con sistemi coercitivi ad un obbligo quando l'obbligo al vaccino non è disposto per legge.

Intanto, l'estensione graduale e progressiva di questo passaporto sanitario all'intero mondo del lavoro rischia di mettere in ginocchio non solo l'economia, ma paralizza anche la libertà delle persone. Da una condizione di vita già difficile che dura da oltre venti mesi per questo virus, la politica di questo governo non fa altro che aggiungere ulteriori difficoltà e non mi sembra che si sia mai visto una situazione simile in una Nazione che ancora pretende di volersi chiamare civile! Non ci vedo molta civiltà, ne soprattutto rispetto per una democrazia che, per me, è semplicemente violata. Se questo "modus operandi" vuole tutelare gli interessi dei cittadini, nel rispetto dei loro diritti, io invece vedo doveri esagerati, sproporzionati ed ambigui che mi fanno pensare ad un altro tipo di strategia: quella della tensione.

Le conseguenze ci sono già: le stiamo vedendo e mi permetto di concludere che, da più affermazioni che leggo ed ascolto da parte di chi riveste una carica politica nella maggioranza di questo governo, temo una forte deriva autoritaria da delirio di onnipotenza che può essere ampiamente paragonabile a certi totalitarismi del passato ed attuali sistemi dittatoriali di alcuni regimi, come esistono in Cina, nella Corea del Nord ed a Cuba. Ecco che diventa, poi, facile fare di tutto un erba un fascio ed etichettare chi non è "allineato" ad una logica contorta, difficile da comprendere, perché rispecchia sempre un'ideologia, di un nuovo pensiero unico dominante, costruito sul Covid-19.

Come fare di un'erba un fascio

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