Le ricadute in termini statistici sono pesantissime sia per quanto concerne le vittime sia per l'impatto sull'economia in generale. Il PIL 2020 a quasi -10% rende la crescita prevista per il 2021 appena sufficiente a rimettersi in piedi.
Nella sola Trento, oltre 80 esercizi hanno chiuso nel corso di 6 mesi appena, nell'anno che sta finendo. Il tutto, unito alle improbe difficoltà per i ragazzi e i loro percorsi scolastici, per i malati di altre patologie, per gli invalidi sempre dimenticati, per l'enorme massa dei disoccupati (la cui cifra diffusa è sul 16,5%), per i morti sul lavoro, angoscia chiunque si fermi a riflettere su ciò che ci attende.
Eppure bisogna coltivare la speranza ed andare oltre, volgere lo sguardo nella ricerca spasmodica di un necessario miglioramento delle sorti del Paese che a livello governativo deve dare una visione di uscita dai sacrifici e dalle restrizioni e di prossimità alle sorti del popolo.
E su questo bisogno pare che la maggioranza posticcia serri i ranghi sempre più decisamente e per paura dell'appuntamento elettorale certamente che vede cambiato l'intero palinsesto e non dare più a molti parlamentari la certezza della rielezione ma per portare a termine ora un piano di resilienza e di ripresa senza precedenti.
Probabilmente pur recalcitranti, i partiti paiono aver trovato un'intesa di fondo, che non mettendo ovviamente da parte le legittime differenze e posizioni, permetta di costruire finalmente qualcosa, dopo tantissimo tempo passato a denigrare e distruggere l'avversario di turno. Sarà la preminente figura del virus, sarà l'appuntamento con l'elezione del Presidente della Repubblica, si avverte una responsabilità politica di occuparsi della "res publica" e di cercare di tornare ai fondamentali della libertà che uno Stato democratico incardina nel suo Ordinamento giuridico. Perché finora abbiamo inteso la libertà come un bene quasi scontato. Ma la libertà va incanalata in guisa tale da poter essere strumento di creazione di qualcosa di nuovo e utile a tutti, di una rigenerazione morale e materiale al contempo, che passi attraverso quelli che sono i paradigmi zenitali di una democrazia: giustizia, solidarietà, famiglia.
Ma anche noi dobbiamo trovare un messaggio da tutta questa tremenda situazione ed ecco che il periodo natalizio che stiamo vivendo mi porta a nutrire un sentimento particolare ed una riflessione che fermo a questa istantanea per questioni di sintesi.
E' proprio lo spirito della famiglia, che il Natale e il Nuovo Anno ci indicano come recupero fondamentale in un'epoca in cui si erano persi i cardini di quell'aiuto reciproco, tra vicini di casa e tra congiunti, fiamma inesauribile del dopoguerra. L'Italia può e deve ritrovare quell'ansia di vivere, e di vivere nella prosperità e nel benessere, che furono i principi ispiratori dei nostri nonni e padri. E' il dettato stesso della Costituzione che ci chiama a operare come comunità nel rispetto e nell'aiuto del nostro prossimo, affinché tutti possano finalmente godere di un'esistenza piena e degna.
Quella che a troppi è negata fino ad oggi. Sono sicura che gli italiani abbiano nel loro cuore la capacità di cambiare la realtà delle cose, ovviamente facendo uso anche dei fondi che il PNRR ci metterà a disposizione. Ma serve ancora e più la capacità di sognare. Perché i sogni sono alla base dei trionfi. Si deve avere fede nelle proprie capacità e l'Italia nei momenti bui ha sempre dimostrato virtù e forza insospettabili.
"Per realizzare grandi cose, non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo pianificare, ma anche credere" (Anatole France).
*Vice coordinatrice di Forza Italia T.A.A.