Monselice, 15 gennaio 2022. - di Adalberto de' Bartolomeis
Scrivo questa mail perché, indirizzata ai destinatari di partito, Presidente, On. Signora Giorgia Meloni ed On. Giovanni Donzelli, affinché in seno all'intera area del centro-destra prevalga la ragione ed il buon senso.
Ieri, il signor Cavaliere Silvio Berlusconi vi ha invitati in una delle sue tante magioni, in questo caso, comodamente, a Roma, perché si sia atteso che tutto lo schieramento del centro-destra sia unito e compatto ad eleggerlo a Capo dello Stato, quale successore di Sergio Mattarella. Nelle "segrete" stanze della sua villa romana il fondatore di Forza Italia e già ex Presidente del Consiglio dei Ministri per 4 volte avrebbe un "curriculum" di grande rispetto perché possa essere eletto alla più alta carica di questa Nazione. Sono convinto che oggi nessuno abbia avuto il coraggio di esprimere la propria riserva o pure anche perplessità di una candidatura che, tuttavia, non troverebbe precedenti in tutta la storia repubblicana.
Per prima cosa è molto anziano, bisognevole di costanti controlli e cure da parte del suo medico personale, il dott. Alberto Zangrillo ed il suo staff. Se fosse eletto, cosa che non rappresenterebbe affatto l'unità nazionale, sia come espressione del popolo italiano, ma di una sola compagine rappresentativa di parlamentari, di un solo schieramento d'area politica, dovrebbe portarsi all'interno del palazzo del Quirinale un apparato di medici e pertanto trasferirli dall'ospedale San Raffaele di Milano a Roma.
Seconda cosa è l'umiltà che manca in quest'uomo e con tutta franchezza non si è mai visto che un eventuale candidato alla presidenza della Repubblica Italiana faccia una certa pressione mediatica perché appaia, rilasci dichiarazioni, insomma, non rinunci a quel "bon ton" che dovrebbe avere una persona in "odore di santità quirinalizia" per il quale sarebbe più che ragionevole, ma soprattutto di buon senso, mantenere un basso profilo.
A quest'uomo gli manca del tutto, in questo momento e sarebbe una grande delusione se davvero arrivasse a sostituire l'attuale presidente in carica. Ha avuto dei trascorsi giudiziari che comunque, sebbene lo abbiano quasi completamente assolto da una vera e propria persecuzione di processi, hanno lasciato traccia nella Storia, non solo della politica italiana.
Inoltre non vi è da dimenticare le sue doti di estemporaneità caratteriali che hanno fissato, sempre nella Storia dell'immagine di questa Nazione ilarità e sarcasmo, da parte di altri Stati nel mondo, per dichiarazioni e battute che un capo di governo si sarebbe dovuto risparmiare in molte occasioni. L'elenco è lungo. Sono facili a reperirle anche su qualsiasi richiamo specifico in internet.
Non sarebbe, a mio avviso, etico, non solo per la Nazione, ma per il mondo intero che l'Italia abbia un Capo di Stato che, solo perché appaia moderato, conosciuto nelle sue relazioni internazionali, sia nel bene, quanto nel male, però, proprio in questo preciso momento della vita dell'intero Pianeta, che versa in una moltitudine di problematiche, talune gravissime, di varie crisi, quali la pandemia, sia il signor Silvio Berlusconi.
Un grande "beau geste" da parte di costui sarebbe sì bello se, invece, facesse non uno, ma due passi indietro. Insomma: si ponesse da parte ed indicasse lui stesso, in accordo a larghe intese che un successore possa essere proprio l'attuale presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, stimato, conosciuto ed accreditato con stile ed elevata capacità di intuizioni pratiche, senz'altro diverse, perché migliori di un Silvio Berlusconi.
Vedrei altresì altri due nomi di grandi doti di equilibrio, come il dottor Gianni Letta o la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati. Proporre, per esempio questi due nominativi incontrerebbe consensi anche da parte del centro-sinistra e allora diventerebbe un'elezione non solo a larghe intese, ma raccoglierebbe quel vero consenso, anche se purtroppo non ancora esprimibile, direttamente, da buona parte di una collettività, affinché questa seconda o terza individuazione, rafforzi l'idea di garanzia di una vera unità nazionale.
Silvio Berlusconi non potrà mai essere garante di questi principi. Concludo che se le votazioni aggiudicassero la nomina al fondatore di Forza Italia alla presidenza della Repubblica è la Nazione che ne uscirebbe persino sconfitta per le conseguenze successive che ne deriverebbero, immediatamente, sia sul piano politico, sia sul piano economico e sia sul piano sociale.
Sarebbe come dire che l'Italia andrebbe incontro ad altri problemi che non può più assorbire e per anni è come se diventasse una seconda nave Costa Concordia, reclinata e squarciata su di un fianco, che potrebbe rischiare di diventare pure il relitto di uno Stato.
Mi sento di esprimere questi miei presentimenti, di pensiero, proprio perché Fratelli d'Italia non cada nel "tranello" di una sciocca subordinazione, solo per calcoli sbagliati e valutazioni che poi avrebbero ripercussioni negative sullo stesso movimento politico, chiamati un giorno gli elettori a scegliere chi sostenere la fiducia.