Trento, 18 gennaio 2022. – di Giannantonio Radice
Gentile Direttore, il sentimento dell'odio, parte integrante dell'indole umana, si presenta nel quotidiano vivere con varie sfumature in relazione a fatti e persone che si trova ad affrontare.
In campo politico il fenomeno si manifesta quasi fosse una irrinunciabile routine ed è persino superfluo riaffermare che se la vittima cui rivolgere le proprie "attenzioni" porta il nome di Silvio Berlusconi la scala Mercalli del più profondo rancore e dei più volgari giudizi schizza in alto fino a oltrepassarne il valore massimo . Se poi, come sta avvenendo, il Cavaliere gioca una partita , con qualche piccola o grande che sia, chance di conquista della più prestigiosa carica istituzionale, anche il limite della decenza non oppone confini. Tutti, ma proprio tutti, gli oppositori sono andati in tilt e dimentichi di essere stati comprimari di illegali, illiberali e spregevoli comportamenti consumati per toglierlo di mezzo (cosa riuscita sotto l'abile regia dell'ex Presidente Napolitano), dispensano mezze verità che, in quanto incomplete, si rivelano peggiori delle menzogne.
La Sinistra, abituata ormai da troppo tempo, tappandosi naso e bocca di fronte a qualsiasi indecente opportunità le si sia presentata, a governare senza vincere , in assenza ora di idee e nomi validi da proporre per la Presidenza al Quirinale, ritiene di poter raggiungere ugualmente passati analoghi traguardi con i mezzi che sempre hanno pagato.
In principio, invero, quando fu fatto il nome di Berlusconi, si limitò a blande battute e a sorrisi ironici (quelli per intenderci alla " Sarkozy/Merkel") ; anzi , alcuni importanti esponenti della sinistra, fra cui Enrico Letta, si lasciarono anche andare a tolleranti dichiarazioni accompagnate da riconoscimenti delle capacità del "nemico". Poi, però, perdurando la litigiosa crisi interna e crescendo la realizzabilità del progetto del Cavaliere, gli atteggiamenti sono via via mutati e i toni si sono alzati. Oggi quando ormai mancano pochi giorni alla resa dei conti, in presenza di una situazione che non muta sostanzialmente, sta ricorrendo all' "usato sicuro" fatto di violenza e di odio verbali che ci riporta tristemente a tempi e situazioni che pensavamo sepolti.
Anche quegli esponenti politici e non, che spesso seguiamo quotidianamente nei dibattiti televisivi o che leggiamo sulla carta stampata, ritenuti per il modo di esporsi moderati, corretti e educati, si sono lasciati sopraffare, cedendo a furiose e incontrollate "reprimenda" accompagnate da offese e contumelie ahimè dettate da un fanatismo esasperato e ormai fuori controllo. Gli insulti e le offese non si contano più; è una specie di gara a chi tocca i toni più alti.
Questa, nel metodo, è la triste costatazione che oggi ci viene miseramente offerta.
Nel merito, poi, non possono passare sotto silenzio le due recentissime dichiarazioni rilasciate da Enrico Letta ( che rappresentano la plastica testimonianza della sua considerazione del concetto di Democrazia).
La prima riguarda la tassativa negazione di sedersi ad un tavolo per una scelta condivisa del nuovo Capo dello Stato se in via pregiudiziale non viene tolto dall'agenda il nome di Berlusconi. La seconda è l'affermazione che "La Presidenza della Repubblica non è di proprietà del centrodestra"....Detto da chi attualmente è il più importante esponente della Sinistra lei sì detentrice di una specie di monopolio della "Carica quirinalizia", beh...sconvolge un po'!