No, perché è appunto insito nella natura dell'uomo dominare sempre su chi è più debole e quindi dimostrare, facilmente a torto, che in nome di uno sviluppo di civiltà, diventino inevitabili, poi, le sopraffazioni, le guerre, con le loro espansioni territoriali, che più estese sono, più risultano l'elemento di forza, anche nell'ingegno dell'inganno e quindi non potendo negare, all'interno, una direzione a ciò che tende, poi, il progresso, regrediscono, si autodistruggono o vengono "trasformate".
Chi è potente lo è in un avanzamento in senso verticale, verso stadi e gradi superiori, con implicito quindi il concetto del perfezionamento, dell'evoluzione, di una trasformazione graduale e continua che, per definizione, va dal bene al meglio, sia in un ambito limitato, soprattutto, in spazi territoriali e sia in un senso più ampio e totale.
L'ampiezza e la totalità sono il contrappeso della forza dominante su chi l'accoglie, l'accetta, oppure la subisce. Tutte le epoche hanno segnato il passo dei tempi, scandendo lo scorrere della storia nella loro durata, sempre con un inizio e sempre con una fine, più nel male che nel bene, però, perché il ciclo conclusivo di una cultura di una società non sempre rappresentava la civiltà.
Chi è potente si adopera spesso per essere pure malvagio e vessatorio, rendendosi anche conto delle conseguenze delle sue azioni, facendosi beffa di un'inevitabile sorte che, con calcolato cinismo, prima o dopo, sarebbe giunta nefasta e disastrosa e così continua, persevera a ripetere i propri errori, portando nel mondo dolore e pianto, sconfitte, non solo per sé stesso, ma le stesse allargate, dove la speranza diventa condanna, se giunge sempre da parte di chi riesce ad opporsi.
Il mondo odierno, con le sue logiche consumistiche ed alienanti o omologate è difficile comprenderlo: si fa tanta difficoltà a capirlo, perché è diventato spavaldo, con schemi di progresso che arrivano ad essere regressivi, ossessivi e possessivi.
Nell'epoca del politicamente corretto certe affermazioni che i "potenti" affermano, insieme ai loro scherani lo fanno in nome di una fantomatica e strampalata idea di libertà, dove ognuno ritiene legittimo qualsiasi comportamento in cui risulta pure impossibile il benché minimo giudizio.
Così rischiamo di chiuderci nell'assuefazione a dovere accettare tutto, badando bene di non cadere pure nel tranello dell'errore se poi non si è capaci di misurare e distinguere un'eventuale reazione.