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“Preparo all’Italia i nuovi eroi”

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Monselice, 13 marzo 2022. – di Adalberto de' Bartolomeis

Gentile Direttore, Vladimiro Putin, di cui non dubito che la sua superbia lo faccia sentire emulo di alcuni suoi epigoni come lo Zar Nicola II di Pietroburgo, Vladimir Lenin, Iosif Stalin, Nikita Krushov e Leonid Breznev, ora, che fa? Accoglie, di buon grado ( dichiarazioni compiaciute sue e rese pubbliche al mondo) che una "legione straniera" di rinforzo, costituita tra mongoli, siriani, africani e chissà quanti altri ancora, vada a battere le fila di un suo già esercito regolare, come forza di sostegno ad una guerra, che soltanto lui, chissà da quanto tempo, si era programmato nella sua testa.

D'altronde l'uomo è tutta la sua esistenza o quasi che è come un orologio a tempo determinato, perché è un programmatore di obiettivi che, sembra, puntualmente, perseguirli tutti. C'è da tremare di nuovo al solo pensiero che un altro, negli anni che andarono tra il 1938 e 1941 aveva fatto credere al mondo, più o meno, la stessa "musica": lui, il famigerato imbianchino di Braunau am Inn, la sua "piccola guerra personale" l'avrebbe fatta "pacificamente"... in nome di quell' "autodeterminazione dei popoli" che tanto continua a far discutere.

Mi sembra che ci siano esattamente tutte le premesse che identifichino nelle modalità l'accostamento di Vladimir Putin ad Adolf Hitler. Il russo "giura", ma penso anche spergiuri, che non invaderà la Polonia o la Moldavia, oppure la Romania. Insomma, ripete che non estenderebbe il conflitto di annessione dell'Ucraina a Stati limitrofi, anche e soprattutto appartenenti all'Alleanza Atlantica. Anche Hitler disse così, accordandosi con Stalin e dividendosi a metà la Polonia, ma poi con l'operazione "Barbarossa", nel 1941 la invase.

Di nuovo, non c'è proprio da fidarsi di quest'altro individuo, a mio avviso! Pertanto, poiché nella prima metà del secolo scorso, i richiamati in Italia, nei due conflitti mondiali, per legge, avevano come limite massimo di età 56 anni, successivamente, però, entrando a far parte della NATO, nel 1949, una prima avvisaglia di allerta alla popolazione italiana avvenne già nel 1954, ma fortunatamente, tutto rientrò e non fu necessario un eventuale richiamo.

Adesso, poiché gli scenari della difesa della propria Patria sono gli stessi confini molto estesi di un'adesione al vecchio Patto Atlantico, come Stato membro, oggi, di ben 30 Paesi, rischia di diventare verosimile che le nostre autorità politiche istituzionali, Capo dello Stato " in primis" e/o Presidente del Consiglio dei Ministri, con tutto il suo governo in "pompa magna", stante ai vari dettami della Costituzione italiana, ordinino, "motu proprio", un richiamo, viste certe condizioni mutabili, di legge, fino ad un altro possibile limite di età, di 65 anni. Non potrei negare che, in questa ottica, che per ora ci salva solo nell'ipotetico, saremo messi molto male e, non aggiungo il perché...

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