Monselice, 14 maggio 2022. - di Adalberto de' Bartolomeis
Egregio Direttore, ecco una buona occasione, una vera grande occasione affinché le massime autorità politiche dello Stato si prendano la responsabilità di sospendere la festività nazionale del 25 aprile, almeno fino a quando la guerra in Ucraina non avrà fine.
Io credo che sia troppo pericoloso "ricordare", peraltro, molto male e mischiando realtà del passato con un presente sempre più preoccupante che riesce a fare scoppiare tensioni ai limiti di una seconda guerra civile, per ora tra insulti e parole invereconde, indegne di un Paese che darebbe pure l'immagine di essere sensibile alla solidarietà verso un popolo che rischia di essere sopraffatto, per ora, da un conflitto locale, di cui, però non si possono conoscere, purtroppo, i futuri sviluppi. Ciò che è avvenuto il 25 aprile 2022, in particolare, in diverse piazze d'Italia, dà esattamente conferma che molte persone non sanno cosa sia celebrare compostamente.
Non sanno commemorare, non sanno neanche manifestare, perché hanno dimostrato la loro "libertà" di un livello d'inciviltà, che fa solo screditare l'immagine di questa Nazione, dappertutto, perché non c'è proprio nulla che la identifichi in un'unità nazionale. Questa unità proprio non riesco a vederla, perché non esiste! Purtroppo certe ricorrenze altro non sono che il termometro di fermenti impulsivi e pure compulsivi tra gente che non ama, né la democrazia, ne le normali regole di un vivere civile.