Trento, 14 maggio 2022. – di Ivan Marches*
Egregio Direttore, in risposta alla lettera del consigliere Cavada, apparsa sul quotidiano Adige noi di Trentino Autonomista Libero ribadiamo alcuni dati di fatto.
Dal gennaio 2008 ,anno in cui ,a livello nazionale entra in vigore il Conto Energia (contratti di 20 anni di durata) cioè la vergognosa Legge Prodi N° 222 del 2007 in cui a fronte di un prezzo medio ,a quel tempo di 5(cinque)/otto centesimi di Euro a kWh si decise di caricare in bolletta elettrica un costo aggiuntivo medio di circa 40 (quaranta) cc/Euro a kWh prodotto da simili impianti (componente A3 -Oneri di sistema – rimasta attiva fino a novembre 2021 );dunque di incentivare con il denaro di Pantalone (aziende e privati) l'installazione massiccia di impianti fotovoltaici di piccola e media taglia.(fino ad un MegaWatt).
Mentre per impianti FV di potenza di picco superiori a tale potenza l'incentivo era più ridotto (mediamente due volte /due volte e mezzo il valore di mercato alla borsa elettrica) e l'incentivo era garantito tramite il finanziamento ,sempre con i denari di Pantalone dei cosiddetti Certificati Verdi (contratti di 15 anni di durata) cioè titoli negoziabili che al possessore concedono "diritto ad inquinare ".Stesso discorso come per gli impianti eolici.
Faccio presente che ,oltre ad innumerevoli problemi di come gestire questi impianti intermittenti NON PROGRAMMABILI E dalla rese produttive consuntivate molto basse,
mediamente LA PRODUTTIVITA ' è di 1200 ore /anno su 8760 NECESSARIE per il fotovoltaico
mediamente LA PRODUTTIVITA' e' di 1500 ore/anno su 8760 NECESSARIE per l'eolico.
Dal 2008 al 2020 sono stati installati 35 GigaWatt di pannelli fotovoltaici ed eolici che ,fino ad oggi nel 2022 ci sono già costati quasi 250 ( DUECENTOCINQUANTA ) MILIARDI sulle nostre bollette elettriche e nonostante questo ricordo che in termini di GARANZIA DI POTENZA ELETTRICA COSTANTE ,questi impianti sono a valore ZERO!!!
Oggi nel 2022 a fronte di picchi giornalieri di SESSANTA GIGAWATT , "l' UTENZA Italia " abbisogna di 320 (trecentoventiTeraWatt/h) di ENERGIA ELETTRICA . RICORDO CHE OGGI QUESTA ENERGIA è prodotta per circa un 55/60 % da carbone e gas (cicli combinati termoelettrici) ,dall'idroelettrico (15%) e dall'import del nucleare francese (15%) ed il resto (10% )circa appunto da eolico e fotovoltaico .Causa l'intermittenza di queste fonti NON PROGRAMMABILI però, abbiamo ANCHE aumentato le perdite di rete causa mancato dispacciamento (5%).Oggi con una potenza (FINTA) installata eolica e fotovoltaica di 35 GW abbiamo coperto la metà del nostro fabbisogno energetico ? La risposta ovviamente è NO!
L'ARGOMENTO E' INOLTRE COMPLESSO perché comporta ulteriori implicazioni che molti (compreso Cavada ) ignorano.
Quando si parla di "comunità energetiche" , anche limitandosi ad analizzare la sola modalità tecnica di fatturazione e vendita dell'energia ,occorre inoltre capire il concetto di settore "Utility" e di settore "Non Utility".
Risalendo a monte del contatore elettrico inoltre le cose si complicano: Per evitare Black Out della rete TECNICAMENTE deve esserci sempre un perfetto equilibrio tra potenza elettrica prodotta e consumata,la tensione (V) deve essere quella giusta ,il valore della frequenza (Hz) deve essere ancora più preciso, deve esserci una corretta misura dei flussi di energia e corrente(A) e molto altro.
A tre cittadini su quattro che acquisterebbero energia da una fornitore "non Utility" bisognerebbe chiedere chi sarebbe in grado di garantire un servizio comparabile con quello fornito dalle "Utility".
Ricordo che NON E' AFFATTO BANALE GARANTIRE ALL'UTENTE LA CONTINUITA' DEL SERVIZIO!
Las continuita' del servizio è oggi tecnicamente garantita solamente da fonti PROGRAMMABILI e gruppi elettrogeni di continuità a gasolio ovvero :
TERMOELETTRICO,IDROELETTRICO E NUCLEARE ,PUNTO!
Quindi non creiamo ulteriori illusioni di poter acquistare facilmente energia elettrica dal tetto del vicino di casa proprietario di un impianto eolico o fv. Nella stragrande maggioranza dei casi i proprietari piccoli o grandi che siano (anche società o enti pubblici che hanno installato e dunque " beneficiari finali" di queste tecnologie fallimentari ) non sono in grado di emettere una fattura elettrica corretta.
Si può attivare "un contratto di scambio sul posto" cioè a conguaglio tra quanto prodotto e quanto in autoconsumo ,ma se sulla rete locale NON C'E' CONTESTUALE IMMEDIATA RICHIESTA anche con possibile dispacciamento immediato , l'energia intermittente prodotta in quell' istante ,molto spesso và irrimediabilmente persa!Questo il dato!
La fattura potrebbe anche essere semplificata , ma rimane la questione INTERMITTENZA di queste fonti!
RIPETO:
L'energia elettrica per essere utilizzabile và prodotta , istante per istante , disponibile h 24 per 365 giorni/anno con un valore efficace di tensione pari a 230Volt ed una frequenza di 50Hz e giusto amperaggio.
La prima condizione tecnica incontrovertibile è già sufficiente per tagliare fuori tutti i produittori da rinnovabili intermittenti (eolico e fotovoltaico).E sarà così per sempre perché nessuna innovazione farà brillare il sole in modo diverso da oggi e nessuna innovazione farà soffiare il vento in modo diverso da oggi.
Perché dunque insistere a finanziare con ulteriori fondi pubblici BIM queste tecnologie fallimentari?
Siamo disponibili ad un confronto tecnico anche televisivo dove , come ,quando vorrete ,ANCHE PER ANALIZZARE TUTTA LA FILIERA E RELATIVI COSTI di produzione sia dei pannelli FV che delle turbine eoliche e la loro devastante presenza sul territorio nazionale specie al sud Italia.
A livello trentino (provinciale e/o regionale) ricordo che statisticamente negli ultimi cinquant'annì la produzione idroelettrica in essere ha garantito sempre un 'autosufficienza sostanziale con moltissimi anni in surplus (compreso tra il 25 ed il 50%) rispetto al nostro fabbisogno! Dunque il nostro territorio "ha già dato...." E non serve pianificare nuovi impianti elettrici.
Del comparto rinnovabili se si esclude l'idroelettrico e le biomasse ,a livello nazionale eolico e fotovoltaico sono ininfluenti ai fini di poter dismettere impianti termoelettrici. Anzi segnalo che dal 2005 al 2015 siamo stati costretti ad aumentarli di cinque GigaWatt seppur in sostanziale costanza di consumi tra il 2005 ed il 2015.
*Trentino Autonomista Libero