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Fersina: quando la biodiversità diventa incuria

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Trento, 5 ottobre 2022. - di Giannantonio Radice

Egregio Direttore, non sono il primo e non sarò l'ultimo cittadino che abitando lungo le rive del torrente Fersina ogni giorno guarda con crescente preoccupazione l'anomalo e pericoloso sviluppo di una vegetazione che si è ormai impadronita dell' alveo.

Le numerose segnalazioni avvenute da più persone anche direttamente presso gli uffici competenti sono cadute nel vuoto.

Avendo ancora negli occhi i disastri provocati di recente in numerosi regioni d'Italia dallo straripamento di fiumi e torrenti non si può non venire invasi dalla preoccupazione che analogo fenomeno ci possa interessare con quella forza, anzi violenza, dalle conseguenze, anche letali, a danno di persone e cose.

La farisea e ipocrita scusa balbettata a difesa circa la ricerca di una biodiversità da proteggere, cozza con l'intelligenza delle persone che chiedono razionalità progettuale e quindi interventi correttivi, riscontrando invece solo disinteresse e incuria da parte dell'Ente competente.

L'alveo del Fersina propone ormai una vegetazione talmente eccessiva ed infestante da rappresentare ormai il reale pericolo della formazione, in caso di eccessiva portata d'acqua, di una specie di diga formata da tronchi e cespugli divelti con gli effetti facilmente intuibili.

È quindi assolutamente necessario che l'autorità competente intervenga immediatamente con una azione decisa e incisiva senza attendere eventi portatori solo di lacrime e ...inutili postume recriminazioni. Le imposte versate dei cittadini servono anche per questi essenziali servizi.

(nella foto tratta da Wukipedia,  il tratto cittadino del torrente Fersina)

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