Monselice, 9 novembre 2022. - di Adalberto de' Bartolomeis
Caro Direttore, ho voluto prendere spunto da questo estratto di video, di un servizio televisivo che è andato in onda, probabilmente, qualche tempo fa, perché si faccia attenzione e si riesca a riflettere.
È molto importante. Purtroppo si fa sempre più incandescente, ogni giorno, il fenomeno dell'emigrazione in Italia di profughi, gente che fugge dai loro Stati per vari motivi, ma anche gente che, in perfetta malafede, riesce a raggiungerne altre, associate a loro, che vivono in Italia, del tutto sconosciute, o probabilmente non sospette e per cui sono "cellule" stagnanti in altri angoli d'Europa, atte ad alimentare ed incrementare disordini di ogni tipo e conseguenti azioni malavitose.
Quest'ultima categoria ritengo abbia una catena molto lunga, appartenente alla filiera che ha un preciso nome: sono organizzazioni criminali di cui è l'intera Europa a saperlo da tempo, molto tempo, ma non riesce a debellare questo fenomeno. Non ce la fa o peggio ritarda perché non vuole, per cui i disagi di ogni tipo aumentano a dismisura, sul piano della tenuta dell'ordine e della sicurezza. Un tempo si emigrava a domanda per la ricerca di un lavoro, ma perché esistevano specifiche richieste da parte di altre Nazioni a ricevere chi era costretto a scegliere quella strada di vita.
Oggi e diciamo che l'oggi sarà almeno una trentina d'anni che esiste, questo fenomeno è completamente capovolto. Ci sono come due interminabili colonne di esseri umani che si prefiggono i loro destini, attualmente dove? In Italia, Cipro, Spagna e Grecia, nazioni dove sperano d'integrarsi con un principio, però, sull'accoglienza che vacilla sempre più perché la bottiglia Stato ricevente è piena, è satura. Questi Paesi non ce la fanno più a continuare a ricevere quotidianamente persone che partono da lontano, ma che si dividono, appunto, in due colonne ideali: la prima vorrebbe essere quella della speranza di trovare una vita migliore; la seconda, invece, non solo arriva con cattivi propositi, ma poggia tutto il suo disprezzo ad integrarsi, conoscendo perfettamente tutte le debolezze politiche, sociali, giuridiche ed economiche dello Stato che li accoglie e perciò si vede in che maniera "si integrano", occupando abitazioni, bivaccando per le strade, molestando e violentando persone ignare che un bruttissimo giorno si trovano di fronte ad un destino orribile. Ho voluto inviare il video che il lettore di questo mio scritto potrà vedere ed ascoltare le parole del signore intervistato, per un solo semplice motivo: la persona che spiega perfettamente come si è integrato, nascendo, forse, qui, in Italia, appartiene, decisamente, ad una generazione di fortunati, perché, lui, figlio di genitori emigranti, si è trovato in totali altre condizioni di vita. Per prima cosa i genitori di questa persona hanno potuto inserirsi molto bene quando in Italia le condizioni economiche e sociali erano diverse e permettevano una perfetta integrazione.
Non esisteva, certo, nessuna difficoltà per principio e rispetto di un'accoglienza, cosa che invece oggi la stessa assume risvolti troppo intricati in visioni politiche ed istituzionalmente politicizzate, totalmente differenti, perché o risultano opposte, per cui di gestioni impossibili, oppure perché esiste una vera e propria mercanzia di un "business" umano, la cui illegalità è dilagante ed appartiene ad un mercato internazionale retto da delinquenti.
Costoro sono dappertutto ed approfittano in una maniera indicibile, selezionando le persone che potrebbero "campare", altre uccidendole direttamente o indirettamente nei barchini della vergogna nel mare mediterraneo. È giunto il momento che questo tipo di emigrazione cessi perché, oltre ad assistere, impotenti, all'ignominia di un massacro di vite umane che annegano, sopraggiunge, delittuoso, il massacro dell'indifferenza.
È l'Europa di ben 27 Nazioni che si deve fare carico, tutti gli Stati membri, nessuno escluso, di questi "nuovi treni, questi nuovi convogli ferroviari" che devono essere distribuiti e diretti nell'intera Unione Europea e ciascuno Stato membro deve farsi carico, in proporzione o di un'invasione collettiva, oppure risolvere alla "radice" il problema e cercando di andare a patti con Paesi dell'Africa o dell'Asia dove non c'è soltanto miseria o guerra come si vuol far credere a livello mondiale. Che fare allora?
L'Unione Europea dovrà stanziare denaro ed invece di rimpinguare ogni anno la Turchia per tenere buono il suo presidente affinché non scaraventi valanghe di immigrati di ogni tipo sulla direzione balcanica per finire in Polonia, Ungheria ed in Italia, diminuire un flusso di denaro che è ingente a favore del signor Recep Tayyip Erdogan. Quindi, costruire insieme a costui, che, peraltro, sono anni che vuole entrare nell'UE, un centro di raccolta di clandestini da farlo gestire direttamente dalle Nazioni Unite, per fermare i flussi dal Medio Oriente.
In Libia, invece di lasciarla vendersi al migliore offerente che sono gli scafisti, l'Unione Europea, Malta compresa, deve andare a patti con due governi che attualmente non si "amano" e, poiché non è possibile istituire nessun blocco navale perché l'Europa non è in guerra con nessun Paese della sponda africana mediterranea, deve giocarsi bene la partita non in mare, ma lá, da loro, in Africa e vincere su traffici mafiosi che da anni sono riusciti a costituire un altro tipo di mondo, parallelo, sfruttando l'essere umano, peggio dei nazisti del terzo Reich.