Aosta, 16 gennaio 2013. - di Giancarlo Borluzzi
Il presidente unionista ha affermato di voler valutare se il simbolo dell'Union ValdÔtaine Progressiste costituisce un plagio di quello dell'Union ValdÔtaine, ventilando la possibilità di un'azione legale dettata dal timore che ci siano elettori rossoneri portati a confondere un simbolo con l'altro. Vanno sottolineati due aspetti: l'impostazione dei due loghi è assolutamente diversa, anche perchè quello dell'UV riporta un leone intero e quello dell'UVP solo la sua faccia, per cui appare incredibile che Perron tema confusioni.
Ma soprattutto va detto che un elettore con normali capacità raziocinanti è comunque in grado di capire quale simbolo attenga a un partito e quale all'altro.
Mutatis mutandis, per Beppe Grillo vale lo stesso discorso: il comico genovese ha ritenuto che un simbolo depositato poco prima del suo avrebbe potuto confondere alcuni elettori e ha minacciato l'assenza del Movimento 5 Stelle alle elezioni se tale simbolo fosse stato presente.
L'apposita commissione ha tranquillizzato Grillo escludendo l'altro logo, ma la reazione del comico oggi politico ha evidenziato un timore legato all'incapacità di distinguere tra un simbolo contenente il richiamo a Grillo e quello giudicato civetta che imita il logo senza riportare il noto "beppegrillo.it".
La posizione di Ego Perron e Beppe Grillo può far cadere le braccia di primo acchito, ma a ben pensare evidenzia timori in linea con la superficialità della politica attuale in cui non si parla di programmi, ma si piazzano nei media nomi, volti e curricula come fossero detersivi, autovetture o divani visto che non si indica mai la ricetta per affrontare questa o quella problematica e ci si limita a demagogie, autocelebrazioni e accuse sistematiche.