Aosta, 11 giugno 2013. - di Giancarlo Borluzzi
Il collegio uninominale valdostano alle elezioni politiche ha un senso fornito dai numeri, quello ipotizzato per le europee è una insensatezza anticostituzionale. Premesso questo, e basterebbe, va stigmatizzata la motivazione addotta dai due parlamentari (La Stampa, 31 maggio) a sostegno della loro richiesta: per tutelare la "minoranza etnica e linguistica valdostana", doppia bugia che offende i residenti considerandoli una massa informe dipingibile a misura delle fisime di un'UV che non adatta la sua politica alla realtà ma vuole che quest'ultima si pieghi alle sue finzioni. Il trucco: prima, si vuol dare a bere che gli autoctoni (minoritari, loro sì, tra i residenti in Valle) siano etnicamente atipici nel contesto nazionale anche se ne mancano i presupposti in assenza di tratti realmente caratterizzanti; seguendo tale falsariga, ogni regione sarebbe sede di una minoranza etnica. Poi, le caratteristiche fantasiosamente deformate di alcuni autoctoni vengono arbitrariamente attribuite a ogni residente a prescindere dalla sua regione di provenienza. Una persona di Trieste o Pantelleria che viene in Valle per sposarne una qui residente (e magari di origine umbra o ligure) viene ipso facto arruolata nell'inesistente etnia valdostana e questa facezia viene portata a Roma dai parlamentari dell'UV.
L'altra minoranza sarebbe quella linguistica: qui la linea Maginot rossonera consiste nel voler praticare la respirazione bocca a bocca alla finzione basata su anacronistici contenuti di uno Statuto regionale linguisticamente antidiluviano che va aggiornato anche per concedere a tutti la libertà nelle scelte linguistico-culturali. Le eventuali specificità regionali dipendono dalla sommatoria delle libere scelte personali, non da Corani calati dall'alto e per nulla condivisi, come dimostra la miserevole fine di un francese somministrato a tutti a scuola ma snobbato dagli stessi tutti nel quotidiano. Non è bello che i parlamentari eletti in Valle vengano sbugiardati a Roma grazie all'azione di cittadini avveduti abitanti in Valle, ma è la doverosa reazione, in difesa della propria specificità e quindi dignità, del vizio a monte: i parlamentari eletti nel nostro collegio non rappresentano i residenti ma solo le fissazioni dell'Union Valdôtaine.
Ciò considerato, ben venga lo scontato no a un europarlamentare eletto in Valle: sarebbe solo un latore di bugie a Strasburgo per conto dell'UV, sulla pelle dei residenti e in contrasto con l'effettiva realtà di questa parte d'Italia.