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Bolzano: Gli italiani per diventare sommelier devono andare a Trento

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Massimiliano Dal PràBolzano, 10 ottobre 2013. - di Massimiliano Dal Prà

Stimatissimo Direttore, originario di Verona, vivo in Alto Adige dal 2003. Nel 2009 quando decisi di voler intraprendere la carriera di sommelier mi informai dall'associazione Italiana Sommelier Alto Adige,detta anche Sommeliervereinigung, per partecipare ai corsi in lingua Italiana. La risposta fu che i corsi al momento erano solo in lingua tedesca perchè di Italiani che vogliono intraprendere questo tipo di carriera sono pochi e quindi i corsi potevano partire solo con un minimo numero di partecipanti di circa 10 persone.

Mi rassegnai e frequentai per due anni i corsi a Trento accollandomi un importante dispendio economico visto che ci andavo in macchina.

Dopo questo periodo di tempo di sacrificio mi diplomai sommelier professionista.

La cosa che mi fa male è che con l' A.i.s dell'Alto Adige non sono mai riuscito a legare forse perchè sono quasi l'unico sommelier professionista e degustatore ufficiale di lingua Italiana nella provincia.

Le riunioni annuali, le gite presso le cantine, le iniziative si svolgono esclusivamente in lingua tedesca. Quando andai alla prima riunione presso la cantina di Terlano, per avere il conferimento del diploma di degustatore ufficiale, sono rimasto un ' ora a sentire parlare solo in tedesco, senza che gli interlecutori si degnassero di dire qualche parola in Italiano, sapendo poi che ero presente nella sala.

Io sono per il rispetto tra le comunità, il tedesco lo sto imparando ma non accetto queste cose.

Tantissimi vengono in Enoteca a chiedermi dove poter effettuare i corsi in lingua Italiana, perchè appunto la stessa associazione Altotesina gli indirizza a Trento, inventando che non ci sono abbastanza iscritti.

Io non sto solo parlando di Italiani, ma anche di stranieri ai quali risulta più facile studiare in Italiano che in Tedesco.

Attraverso questo lettera vorrei che si possa ritrovare un dialogo con l'Ais Alto Adige per risolvere una volta per tutte questo problema.

Vorrei finalmente far parte di una associazione unita, col clima famigliare che solo a Trento ho potuto avere. Una associazione costituita da più gruppi linguistici che collaborino in armonia.

La politica invece di dividere, dovrebbe unire le persone.

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