Trento, 21 dicembre 2013. - di Elisabetta Vargas
Caro Direttore, la mattina del 29 ottobre, verso le ore 9.30, sono contattata dal "miglior" carcere d'Italia – Spini di Gardolo (Trento) . "Suo figlio Zsolt è morto!" Come? Quando? Perché? Domande a cui fino ad oggi sono state date risposte vaghe, talmente vaghe da sembrare una cortina fumogena. Né l'amministrazione penitenziaria, né la procura, ma soprattutto il medico curante di carcere non chiedono un'autopsia.
Giovane, 28 anni, in buona salute, all' improvviso muore per... cause naturali. Sul certificato di morte si legge: "arresto cardiaco". Non siamo esperti e laureati in medicina ma sappiamo, che l'arresto cardiaco non è una causa di morte: è la morte. E che l'arresto cardiaco può avere più cause.
Che cosa ha causato l'arresto cardiaco di Zsolt ? Senza l'autopsia non lo sapremo mai.
Altra domanda: perché non vogliono che l'autopsia venga fatta?
Cosa ci faceva quella pastiglia neurolettico-antipsicotico a fianco del corpo di Zsolt? Tante domande che senza il consenso dell'autopsia rimarranno senza risposta.
I familiari hanno la facoltà di procedere in via autonoma a qualsivoglia accertamento ritenuto opportuno. La famiglia ha diritto di chiedere accertamenti, ma in forma autonoma e a proprio carico.
Noi non scordiamo Zsolt.
* Madre di Zsolt Vargas, deceduto nel Carcere di Spini di Gardolo il 29 ottobre 2013