Trento, 23 gennaio 2014. – di Rino Tramontana
Ancora è vivo, nei più anziani, il ricordo angoscioso di "Pippo", come veniva chiamato il cacciabombardiere alleato che colpiva indiscriminatamente i civili che avevano la sfortuna di finire nel suo raggio di azione. "Pippo" colpiva all'improvviso e all'improvviso spariva. E le autorità italiane dovrebbero oggi anche ricordare gli Italiani che combatterono dall'altra parte. Anche quello fu un sacrificio. Anche quei giovani andarono a morire sul fronte di Anzio e Nettuno per senso del dovere e in nome di un sentimento patriottico.
Parliamo dei 10.000 soldati, inquadrati nelle formazioni militari della Rsi, che si avvicendarono da gennaio a maggio 1944 sul fronte di Anzio e Nettuno. Erano i paracadutisti del battaglioni "Nembo", "Folgore" , "Azzurro", i fanti di marina del "Barbarigo", gli artiglieri del gruppo "San Giorgio", insieme con una compagnia di Granatieri di Sardegna, con gli Studenti Volontari Romani e con altri reparti. In 576 caddero sul campo, mentre altri 765 rimasero feriti. Una citazione, un ricordo, una menzione li meritano, da parte della Repubblica.
Caro Rino,
Ti ringrazio per avermi inviato la lettera che pubblico con molto piacere. Il ricordo e il riconoscimento dei Caduti italiani che vestivano la divisa della RSI, durante il 2° Conflitto Mondaiale, sono un atto dovuto, da tempo auspicato ma ancora non realizzato. In verità ci sono stati molti tentativi, alcuni dei quali riusciti, per giungere a quel riconoscimento. A livello simbolico, cito il Monumento ai Caduti della RSI, sorto a Crotone per volontà del sindaco prof. Senatore (all'inaugurazione del quale ho avuto la fortuna di essere presente).
A livello legislativo, mi piace ricordare una legge del Consiglio della Regione autonoma Trentino Alto Adige, che dopo aver riconosciuto la maggiorazione ai pensionati INPS, inquadrati nel CST (Corpo Sicurezza Trentino) voluto dalle autorità dell' Alpenvorland (ndr Zona di operazione delle Prealpi), ha esteso il medesimo trattamente ai militari e alle ausliarie della RSI, residenti in Regione, per iniziativa del sottoscritto presentatore del relativo disegno di legge. Claudio Taverna