Aosta, 24 marzo 2014. - di Giancarlo Borluzzi
Caro Direttore, l'articolo su La Stampa del 23 marzo 2014 relativo alla raccolta firme della lista Tsipras in vista delle elezioni europee del 25 maggio merita un commento e una correzione; sono due note che si integrano tra loro.
E' stucchevole il clamore mediatico di Tsipras accompagnato da lamenti e proteste contro un presunto attentato alla democrazia per il numero di firme elevato richiesto in Valle d'Aosta, senza le quali salterebbe la presenza nel collegio nord-ovest, ponendo in serio dubbio il superamento del quorum al 4%.
Esponenti di tale lista hanno anche rivolto un appello al Presidente della Camera Laura Boldrini, intuibile elettrice di Tsipras, affinchè operi per una riduzione del numero di firme necessarie in Valle d'Aosta: ma in "corso d'opera", cioè durante il periodo di raccolta delle medesime e per il solo fatto che la riduzione dovrebbe dipendere dagli errori di programmazione di una lista, è una richiesta improponibile. Si tratterebbe non di una legge ad personam, bensì ad listam!
Ricordo che nel 2004 il movimento capeggiato dall'attuale senatrice Alessandra Mussolini raccolse in Valle lo stesso numero di firme oggi necessarie a Tsipras per le medesime elezioni europee. E questo senza imprecazioni e pubbliche richieste di manne dal cielo, nonché senza legare l'esistenza della democrazia al numero di firme richiesto in Valle d'Aosta. Bisogna saper programmare e quindi muoversi per tempo; la lista Tsipras non può partire in ritardo nella raccolta delle firme e poi piagnucolare perché le manca il tempo sperando in un deus ex machina che sani i suoi errori. Già dalla fine dello scorso anno chi voleva presentarsi a queste elezioni poteva e doveva iniziare la raccolta delle firme: le frizioni interne alla lista Tsipras non dovevano evidenziarsi quasi a primavera; se non si rispettano i tempi, l'occasione elettorale deve essere rimandata alla tornata successiva.
La correzione: non risponde a verità quanto il candidato valdostano della lista Tsipras, Andrea Padovani, ha affermato, e cioè che in Valle solo la sua lista sta raccogliendo le firme. Mi risulta che ce ne siano altre due, che saggiamente hanno iniziato l'incombenza in tempo congruo sapendo che non possono appellarsi al Parlamento: in Italia la democrazia esiste con delle limitazioni, nel senso che qualcuno è titolato a chiedere, ottenendo anche frastuono mediatico, mentre altri sono considerati paria e come tali vengono ignorati. Quindi olio di gomito e partire per tempo senza degradanti piagnistei. Il numero di firme necessarie è certamente insensato, ma è singolare avere la presunzione di cambiare l'Europa se non si sa programmare la presentazione di una lista!