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Putin e il gay pride

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Vladimir PutinTrento, 8 luglio 2014. - di Paolo Serafini*

Caro Direttore, al di là di come ognuno la pensa e vede le cose credo sia cosa legittima e sacrosanta esprimere le proprie considerazioni. E prendo spunto da alcune dichiarazioni rilasciate dal presidente russo Vladimir Putin in merito ai tanto "osannati" gay pride.

"Ritengo che il gay pride sia un abominio offensivo verso la normalità ed espressione di depravazione satanica. Per tale motivo lo abbiamo vietato sul territorio di tutta la Federazione Russa e non approveremo mai leggi per costituire unioni omosessuali. A differenza di un Occidente corrotto dal dio denaro, noi abbiamo ancora un'etica e una dignità". Queste le dichiarazioni di Putin che scateneranno sicuramente l'ira di molti e la strumentalizzazione di una sinistra deviata.

Come cattolico convinto condivido in pieno le espressioni e la posizione del presidente Putin. Che non significa discriminare i gay. Anche loro sono figli dello stesso Dio e a questo Dio devono chiedere l'aiuto per diventare normali. Ci sono delle testimonianze toccanti ad esempio di giovani gay che hanno fatto esperienza di preghiera a Medjugorie e sono guariti e si sono sposati con una donna ed ora hanno anche dei figli. E riconoscono l'assolutezza dell'unione fra uomo e donna e deviante quello fra persone dello stesso sesso.

E' chiaro che esiste una grande differenza di principi universali fra la politica russa e quella italiana. Putin opera secondo quei principi cristiani che uniscono quel popolo. La politica italiana e gran parte del popolo caduti nell'apostasia operano secondo principi opposti che Putin definisce satanici. Principi che dimostrano di cancellare un'etica morale e la dignità di una nazione.

Il "costretto" alle dimissioni Papa Ratzinger in merito alle unioni fra persone dello stesso sesso esprimeva dissenso affermando che deve essere riconosciuta e promossa la struttura naturale del matrimonio, quale unione fra uomo e donna rispetto ai tentativi, ora martellanti, di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Ancora Papa Ratzinger affermava che questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l'umanità.

Un monito quindi diretto non solo all'appartenenza confessionale ma a tutte le persone prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Lo sbando etico ed economico dell'Italia sono solo la causa di scelte politiche prese sotto l'influenza di principi diversi da quello cristiano. E' dimostrato che dove vengono applicate c'è solo distruzione, povertà, depravazione.

Se non vogliamo davvero la fine di un grande popolo che ha conquistato il mondo (e non sui carri allegorici dei gay pride) cerchiamo nel nostro piccolo di salvaguardare i nostri principi, in primis la famiglia tradizionale, e di appoggiare politicamente chi li difende. E di condannare le posizioni avverse.

*consigliere circoscrizionale san Giuseppe/Santa Chiara

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