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Hellzapoppin a Barolo

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Aosta, 23 luglio 2014. - di Giancarlo Borluzzi*

La cittadina di Barolo nelle Langhe non è oggettivamente adatta a concerti che richiamano diecimila persone e questo per ragioni di afflusso e deflusso legate alle caratteristiche della località e delle sue strade di accesso.

Chi organizza tali manifestazioni dovrebbe avere la correttezza (non mi spingo oltre col termine) di informare, con evidenza e dettaglio di particolari, sui bestiali inconvenienti connessi a tali concerti, in modo che chi vuole partecipare lo faccia sapendo a cosa va incontro, sia prima sia dopo la manifestazione. Non è corretto "organizzare" senza preinformare gli spettatori, nella speranza che nulla trapeli su quanto di allucinante può succedere, anteponendo a tutto il desiderio che Barolo venga ritenuta atta a ciò per cui non è tagliata. Barolo non è modificabile nelle sue caratteristiche, accessi in primis, ma il comportamento degli organizzatori deve invece cambiare.

Venerdì 18 luglio 2014 sono stato a Barolo per il concerto dei Deep Purple: mai l'avrei fatto se avessi saputo cosa sarebbe poi capitato; faccio la cronistoria inoppugnabile della mia esperienza di persona che ha parcheggiato, per disposizione degli "organizzatori", al sito numero 2; esprimo inoltre delle considerazioni su quanti hanno parcheggiato nei molteplici altri siti (sette, ma uno è per i soli residenti) destinati alle auto: queste ultime sono mie deduzioni accessorie derivanti da quanto ho visto e se, relativamente alle medesime, ci fossero imprecisioni, nessun "organizzatore " deve strumentalizzare tali marginali errori per allontanare sacrosante critiche in quanto la mia personale esperienza al parcheggio 2 è, da sola, sufficiente a ridicolizzare quanto successo (e non preavvisato dagli organizzatori per non scoraggiare, e quindi ridurre di numero, i potenziali spettatori dell'evento).

Venerdì all'alba parto con i miei due figli da Aosta, dove abitiamo, ci fermiamo a Torino per un rapido impegno e visitiamo poi il castello di Pollenzo. Ammirando i panorami delle Langhe giungiamo alle 14.00 alla rotonda a circa tre km da Barolo ove forza pubblica imprecisata ci dice che avremmo dovuto parcheggiare negli appositi posteggi nella direzione opposta a Barolo rispetto alla rotonda e da lì una navetta gratuita ci avrebbe portato alla piazza del concerto. In ogni caso, dalla rotonda era impedito in quel momento l'accesso a Barolo.

Vista l'ora, andiamo a visitare il castello di Grinzane Cavour, ritornando verso Barolo alle 16.45 con l'ingenuo desiderio di visitare castello e cittadina prima dell'inizio del concerto fissato nella sua piazza principale alle ore 21.30. Poco prima di giungere alla rotonda preindicata vediamo l'indicazione di un parcheggio sulla destra; nei suoi pressi, un extracomunitario privo di segni distintivi di incarichi ci manda alla rotonda dalla quale l'accesso a Barolo era impedito alle ore 14.00. Qui siamo invitati dalla forza pubblica a procedere verso Barolo essendo stata aperta tale strada. Facciamo un buon km e ci fanno fermare al parcheggio numero 2 posto a sinistra della strada. Questo parcheggio consiste di un ampio prato suddiviso in 4 o 5 comparti successivi cui si accede curvando verso sinistra dopo essere entrati nel prato girando, come detto, a sinistra dalla strada asfaltata. Entriamo nel penultimo comparto, costituito da uno spazio centrale di accesso e parcheggi a pettine ai due lati. Ogni comparto racchiuderà un centinaio di auto; essendo 7 i parcheggi, si deduce che le auto saranno state 3/4000 (forse il parcheggio 2 era meno grande di altri che vedemmo nel pomeriggio di sfuggita). L'accesso richiedeva il pagamento di 3 euro ad autovettura, da versare a chi operava per conto della cooperativa "Programma Europa", con sede in via Gobetti 9 - Ivrea (su internet il numero civico è il 19 e la cooperativa si dichiara quale CAF nonché centro di assistenza per la gestione fiscale di maestranze dello spettacolo).

Usciti dall'auto, domandiamo quando sarebbe passata la navetta a persona addetta al parcheggio che, da perfetto contapalle, ci disse che "in tre minuti" saremmo arrivati a Barolo. Erano le 17.00, con temperatura sui 32 gradi, umidità e sole fortissimi. Mi avvio coi figli verso Barolo e dopo 5 minuti arriviamo al parcheggio 1, cui potevano accedere in auto solo i residenti in Barolo e da cui, non seguendo la strada asfaltata bensì altra verso sinistra, potevano raggiungere le loro case. In loco una persona mi disse che il percorso per i residenti era più lungo di quello lungo la strada asfaltata che gli spettatori dovevano obbligatoriamente percorrere.

Arriva un bus navetta ma non ci carica perché piena come un barcone dalla Libia anche nello spazio in piedi.

Giungiamo in salita a Barolo dopo quasi mezz'ora dalla partenza dall'auto: andiamo in montagna sovente, il disagio era dato dalla temperatura, ma altri hanno davvero sofferto il tragitto imposto perché le navette erano inutilizzabili (preciso: ne arrivava una ogni quarto d'ora al massimo, motivando le proteste da me ascoltate da parte di chi aveva parcheggiato più lontano da Barolo).

A Barolo era impossibile entrare nel paese, ci si doveva fermare prima del check point ove andava esibito il biglietto; saliamo al dehors di un albergo sulla destra e attendiamo le 19.00 quando affrontiamo la coda per entrare nel piazzale del concerto che termina alle 23.16.

Quindi, chi arriva alle 16.45 a Barolo per visitarla e poi assistere allo spettacolo, deve, perché obbligato, andare al parcheggio 2, camminare mezz'ora anche sotto il sole, escludendo di utilizzare le rarissime navette che giungono già stracariche al parcheggio 2, e, senza poter visitare Barolo, deve rimanere in stand by da qualche parte vicino al check point dei biglietti: avvertimenti sul web e su cartelli dovevano anticipare il tutto, compreso il doversi sedere per terra, in un prato o su insufficienti sedie di pochi esercizi sovraffollati.

Alle 23.16 ci diamo sbrigativamente da fare per uscire dalla piazza, fisiologicamente piena. Giunti alla strada il caos è totale, le navette (una ogni quarto d'ora) hanno difficoltà a giungere e invertire il senso di marcia; vengono riempite "barcone-libico-style" con assalti da parte di chi è diretto ai parcheggi più lontani. Dalla piazza del concerto per raggiungere l'auto impieghiamo ben più di quanto era stato necessario sei ore prima, pur essendoci il relativo fresco serale, a causa di un trambusto di folla che vedeva le navette come un'opportunità solo astratta, per cui migliaia di spettatori si immettevano sulla strada come palestinesi in fuga da un preannunciato bombardamento.

Un'ora per raggiungere l'auto, con il percorso dalla strada asfaltata ai comparti che si stava intasando di auto bloccando tutti perché i comparti erano molti e la strada asfaltata una bolgia umana. Prima dell'una del mattino telefono al 113: risponde Cuneo che mi dice di non avere competenza per l'intasamento. Chiamo il 112: risponde Alba, idem come Cuneo e, in più, mi dice di non conoscere un recapito telefonico del sindaco di Barolo, che comunque aggiunge non mi sarebbe stato fornito perché non di competenza dei carabinieri farlo. Chiamo i vigili urbani di Barolo e risponde la segreteria telefonica... non posso riportare il commento.

Verso l'1.20 del mattino, dopo una sosta snervante di imbottigliati in auto che si sfogavano col clacson ed esprimendo intuibili giudizi sugli organizzatori, viene aperta da qualcuno dei partecipanti al concerto (chi aveva riscosso il pagamento del parcheggio, alias la cooperativa di Ivrea, era desaparecida al parcheggio 2: pagata la gabella gabbato lo santo!) una via, alternativa a quella intasatissima utilizzata per entrare prima nel parcheggio, al fine di ragggiungere la strada asfaltata. Apertura che ha comportato lo spostamento di barriere metalliche e... la caduta nel fosso di un'auto. Mi spingo verso tale uscita che non si rivela però veloce: quaranta minuti ulteriori di sosta e rischi di contatti con auto che provengono da ogni comparto del parcheggio 2.

Finalmente giungo sulla strada asfaltata, ma qui a passo di lumaca tra auto, spettatori e una navetta in senso contrario (l'unica in mezz'ora). Finalmente arrivo alla rotonda da dove fui indirizzato al mio parcheggio alle 16.45 del giorno prima e vedo una signore e una ragazza che credo essere i due vigili di Barolo: ma che senso ha impiegarli in tale punto? Dovevano essere nelle zone superintasate, non in quelle meno tali. Al parcheggio 2 mancava chi avesse autorità nel definire una linea comportamentale, visto il fallimento delle navette; oltretutto queste ultime portano 40 persone sedute e circa 20 in piedi (non so quanto regolari). 60 persone in una navetta per 160 corse uguale 9600 "sfollati": ma io non penso di aver visto più di dieci corse, ergo le navette per me sono un rebus, anche se propagandarle è trendy.

Procedo a passo d'uomo dalla rotonda, poi più speditamente fino a un incrocio ove forze dell'ordine indirizzano a destra. Da qui giungo all'autostrada poco prima delle 3.00, cioè quasi quattro ore dopo la fine del concerto. E in linea d'aria sono pochi km dalla piazza dei Deep Purple... Sono stato a concerti in varie parti del mondo, mai mi sono state propinate simili disorganizzazioni. Concerti con Springsteen o gli Stones al Meazza di Milano e con gli U2 all'Olimpico di Torino permettono flussi e deflussi in tempi infinitamente più brevi che a Barolo anche se si tratta di 70.000 e 10.000 spettatori rispettivamente.

In conclusione: non ho studiato la zona di Barolo, ma mi pare che si tratti di un cul de sac inadatto a ricevere diecimila persone. Se si vogliono organizzare concerti, bisogna precisare a quali contrattempi uno va incontro "per cause di forza maggiore". In ogni caso chi organizza deve studiare antidoti per ridurre i danni, senza limitarsi a conferenze stampa autoreferenziali e celebrative di luoghi e prodotti enogastronomici che lasciano il tempo che trovano. Non sono il solo ad essermi ripromesso di non tornare mai più a Barolo e di aprire gli occhi ad altri che volessero andarci in occasione di eventi che Barolo non è in grado di sostenere. Sono semplicemente uno che ha voluto raccontare questa Hellzapoppin nelle Langhe che ridicolizza ingiustamente le medesime nella speranza che ci sia un'inversione di rotta.

Ho partecipato con i miei figli Alessandro e Federico che confermano quanto sopra.

Saluti a chi mi ha letto.

* Arch. Giancarlo Borluzzi - 29 viale Gran San Bernardo - 11100 Aosta -- Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.  - 3472210510 -- 0165548124 .

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