Trento, 30 luglio 2014. – di Paolo Serafini*
Caro Direttore, la pressione politica in essere sul caso dello stupro di Marco sta irrigidendo i nervi del Presidente Rossi nel cercare una soluzione ad una eventuale chiusura del centro di accoglienza. Dopo aver imbavagliato e strigliato a dovere il primo cittadino di Rovereto, redarguito al totale silenzio il dirigente e collega di lavoro presso l'Azienda di Trasporti Plotegher e presidente della circoscrizione di Marco, ora come un cercatore di funghi nel mese di dicembre "cerca" una soluzione.
Più che una ricerca della soluzione l'impressione è che il Presidente Rossi stia solo cercando di prendere tempo in attesa che la polemica si plachi. Sicuramente il cercare alloggi e occupazione per questi soggetti sarebbe una grave umiliazione per le migliaia di disoccupati trentini e indigenti in attesa di un alloggio a canone moderato.
Nel momento in cui il Presidente Rossi lavora unitamente alla giunta a soluzioni privilegiate nei confronti di soggetti potenzialmente pericolosi a Verona non più tardi di ieri il Sindaco Flavio Tosi intervenuto presso la Prefettura scaligera al tavolo di riunione sull'ordine e la sicurezza ha posto il "nò" dell'Amministrazione all'apertura di centri di accoglienza in quanto creerebbero disagi sociali e legati alla sicurezza.
Una posizione non dettata dallo schieramento politico ma in previsione di un futuro allarmante che da quanto emerso dall'incontro alla Prefettura di Venezia con tutti i rappresentanti della sicurezza veneta, si prevede nei prossimi mesi l'arrivo nella regione veneto di 2000 profughi.
C'è chi come il Sindaco Tosi si preoccupa, valuta, discerne e cerca soluzioni che tutelino la sicurezza dei suoi cittadini. C'è chi in Trentino fa il contrario e tace sulle previsioni che queste interminabili ondate di sbarchi porteranno al nostro territorio messo a disposizione dello Stato con tanto di tappeto "rosso" dai nostri inginocchiati rappresentanti istituzionali.
* Consigliere Circoscrizione San Giuseppe – Santa Chiara