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Lettera aperta a Giuseppe Detomas

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Giuseppe DetomasSarche, 17 settembre 2014. - di Mauro Baldo *

Egregio Presidente Giuseppe Detomas, Le scrivo questa mia lettera a nome e come amministratore della Pagina Facebook della Tutela dei Diritti dei Minori, aperta il 1 Luglio 2014 per affrontare e dare voce a tutti quei genitori che per vari motivi , incluso il famigerato articolo 403 del codice civile, si vedono strappare – perché di questo si tratta – e allontanare i propri figli per rinchiuderli negli istituti chiamati erroneamente case famiglia in molti casi per motivi che non sussistono. Adesso la voglio riportare alla mattinata di martedì 9 settembre in quarta commissione dove è stato sottoposto alla vostra attenzione il DDL 24 in tema dell'affidamento dei minori. Quel DDL non sembra aver incontrato l'approvazione di vari enti istituzionali trentini. Mi domando perché visto si allinea alle convenzioni internazionali in materia di tutela dell'infanzia.

In quella sede il difensore civico ha affermato:

(...) non credo che il problema possa essere risolto con l'obbligatorietà normativa. Sono a conoscenza dell'esistenza dei rapporti difficili con la famiglia di origine, ma la soluzione non e quella di imporre un progetto, che fra l'altro credo esista per tutti senza tale vincolo, visto che risolvere il problema con la famiglia e prioritario in ogni progetto di intervento sui minori, quanto magari trovare idonee modalità di interfacciarsi e superare ostilità esistenti. Tutto questo pero riguarda la gestione dei servizi sociali, quindi l'azione amministrativa e non può essere risolta in via legislativa. Altrimenti si corre il rischio di aggiungere una carta in più da predisporre e basta. (...)

Queste affermazioni sono oltremodo forvianti e inammissibili dette per bocca, e addirittura scritte nero su bianco da parte di una persona ed autorità preposta a difendere il semplice cittadino. Qui siamo di fronte ad una persona che esplicitamente dichiara che una normativa in più sarebbe di intralcio al lavoro che deve essere svolto. Praticamente ce ne infischiamo delle leggi e vogliamo fare a modo nostro. È soltanto una carta in più che dobbiamo riempire, per poi affermare che il sistema va bene cosi com'è, si può fare a meno di progettualità sul nucleo famigliare, perché una certa progettualità viene già eseguita. A mio modo di vedere una persona che ha questo pensiero non deve più ricoprire il ruolo di difensore civico. Mette a rischio e a repentaglio la difesa civica di qualunque cittadino che gli si rivolge per risolvere i suoi problemi in piena fiducia.

Signor Presidente non vorrei essere scambiato da Lei fanatico o retorico se le dico che l'Italia sta scivolando – o lo è già – verso una dittatura democratica simile al fascismo, dove l'italiano medio – anche se sembra che non ci sia più questa fascia di popolazione – pensa di essere in una Repubblica democratica, ed invece, purtroppo, a sua insaputa, non lo è più. A questo punto mi vuole dire Lei a chi si deve rivolgere un cittadino con una diatriba da risolvere se non ci si può fidare più del difensore civico?!

* Per La Tutela dei Minori

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