Trento, 22 settembre 2014. - Claudio Cia *
Parlando, vista l'età, di asili nido, viene affermato che dagli 0 ai 4 anni i bambini devono "acquisire consapevolezza dell'identità di genere"," parlare delle sensazioni (s)piacevoli del proprio corpo"," esprimere i propri bisogni, desideri e limiti ad esempio nel gioco del dottore", acquisendo "il diritto di esplorare la nudità".
Dai 4 ai 6 anni, sempre a cura delle scuole, i bambini devono essere informati sulla "gioia e piacere nel toccare il proprio corpo; masturbazione infantile precoce" e "consolidare la propria identità di genere" ed essere edotti sull'"amore verso persone dello stesso sesso" e "relazioni con persone dello stesso sesso". Nella stessa fascia di età 4-6 anni, "in ambito sessualità la scuola deve mettere i bambini in grado di raggiungere sensazioni di benessere".
Con il ddl sull'omofobia i nostri politici trentini del PD, del Patt e dell'Upt hanno deciso di abbracciare l'ideologia del genere ritenendola al passo con i tempi, un espressione di progresso. L'aggrapparsi del bimbo al proprio piedino per succhiarsi l'alluce, da questi buon tamponi, viene invece ritenuto un pregiudizio culturale che accomuna tante famiglie e dunque dovrà essere la scuola, le maestre, a convincere i bambini a rivolgere simili attenzioni ad altre parti del proprio corpo o di quello degli altri compagnetti. I genitori e i nonni non sono ritenuti sufficientemente coraggiosi e preparati per affrontare con i propri figli i temi della sessualità, tempi e modalità non sono in linea con il pensiero dell'ideologia del genere. Roba da matti!
* consigliere comunale di Trento