Trento, 6 ottobre 2014.- di Paolo Serafini*
Caro Direttore, hai davvero fatto centro quando in merito agli scandali che stanno affiorando con una tempistica al rallentare e che hanno e stanno coinvolgendo sempre più la più rossa partecipata della Provincia (Trentino Trasporti) parli di "omertà più scandalosa".
Siamo stati abituati o meglio ci hanno fatto sempre credere che l'omertà facesse e faccia parte di una realtà lontana, legata a territori e a quelle regioni del sud dove per la mafia/camorra/andrangheta è un codice d'onore. Un atteggiamento tipico delle "famiglie" e di chi grazie ad esse "campa". Un atteggiamento che se prevaricato riserva delle conseguenze tragiche.
Un atteggiamento che è entrato a pieno titolo anche all'interno di aziende pubbliche di "casa nostra". Come tutti sanno io ho subito sulla mia pelle il coraggio di alzare quel velo e di esternare quanto si doveva in tante occasioni. E mi riferisco alla "accapponante" politica di investimento del denaro pubblico per progetti "lunari" (milionari) che non sono mai decollati ma che hanno determinato con gli anni solo il graduale aumento di consulenze e assunzioni di manager che a fronte di uno spropositato aumento dei costi ci hanno riservato un nulla di fatto.
L'omertà di "casa nostra" è solo conseguenza della paura. Di quella politica aziendale del terrore messa in atto fino alla data di quella giusta sentenza di quel giudice del lavoro che ha ritenuto legittime le critiche politiche rivolte a insensate politiche aziendali dettate o avallate dal competente assessorato provinciale.
Sul caso in questione che tu hai sollevato, caro Direttore, come tanti altri, molti ma molti sapevano e sanno. Gli scandali avverso ai quali qualcuno tenta con fuorvianti dichiarazioni o inventando qualcosa al momento di smorzare i riflettori per non danneggiare l'immagine non si arrestano sicuramente al caso "ibridi" di questi giorni. E parlare di "questi giorni", come ben hai detto Direttore, non fa notizia in quanto i lettori già certe cose le sapevano da agosto. C'è pure chi le conosceva nei dettagli da febbraio (come ne conosce altre e più gravi). E mi riferisco a (omissis) che dovrebbe svolgere attività di indagine.
Il fatto comunque che alcune persone, quindi non più una, abbiano trovato il coraggio di alzare quel velo è un grande segno di speranza civile. Un segnale a chi ha fatto della propria mansione volta all'interesse comune (soprattutto economico) un business personale e per pochi. L'auspicio rivolto a tutti è questa riflessione: "Il silenzio uccide la dignità"
* Consigliere Circoscrizionale San Giuseppe-Santa Chiara