Bolzano, 5 maggio 2015. - Autori vari
Egregio Direttore, cosa ne pensa il Ministro dell'economia Padoan degli sprechi del premier Renzi? La visita del Presidente del Consiglio e del suo staff a Bolzano, Trento e Rovereto è costata attorno ai 50.000 euro, oltre ai già elevati costi fissi legati alla sicurezza e all'ordine pubblico, Renzi ha voluto usufruire dell'areo di Stato per giungere a Bolzano, nonostante il volo di linea arrivasse alla stessa ora ed ha inoltre deciso di spostarsi di 50 km in elicottero, contribuendo al dissesto della già precaria finanza pubblica.
A questo dovremo aggiungere lo spreco di uova e prodotti ortofrutticoli da parte dei manifestanti, imputabile però alla finanza privata.
In riferimento a quanto sopra esposto ci riserviamo di segnalare il tutto alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica che faranno le loro valutazioni.
Considerando che la visita del premier è di natura elettorale e mascherata da visita istituzionale, tali sprechi, in un periodo di carenza di entrate e di crisi nera, sono inaccettabili. Il candidato sindaco che Renzi è venuto a sostenere a Bolzano è Luigi Spagnolli, rinviato a giudizio, massimo interprete del renzismo in Alto Adige.
Siamo rattristati, oltre che per l'andamento della finanza statale, anche per i tanti operatori della scuola che hanno votato il centro-sinistra e che oggi si ritrovano una legge sulla "buona scuola" (sic!) assimilabile alla scuola fascista, nella quale il dirigente scolastico (podestà) nominava solo iscritti al Partito nazional fascista.
Cordialmente,
Gerardo Scibelli
Alessandro Garelli
Walter Seppi
Luca Calò
Candidati a Bolzano per Forza Italia
Alessandro Bertoldi
Consigliere nazionale Forza Italia
Benissimo l'esposto in procura. Inventarsi le visite di Stato per far campagna elettorale a favore del proprio partito rientra, a pieno titolo, nella logica della prima repubblica che Matteo Renzi ha "molto opportunamente" dimenticato di rottamare. Ai firmatari della lettera " cortesemente" contesto due piccole ma significative imprecisioni. Primo. PNF, nelle esatta dicitura: Partito Nazionale Fascista. Secondo, la scuola italiana venne riformata dal ministro dell'Educazione Nazionale Giovanni Gentile, che se permettete era ben altra cosa rispetto a Renzi. Inoltre, i professori erano nominati per concorso (art. 3 del RD 6 maggio 1923) mentre i presidi che avevano il governo della scuola con il collegio dei professori erano nominati dal ministro, sceltri tra il corpo degli insegnanti ( art. 12 del RD 6 maggio 1923). Claudio Taverna