
Chi è estraneo al sistema scolastico può vedere in questa mossa un gradito risparmio di risorse pubbliche; chi lavora nella scuola sa invece che questo risparmio è fatto sulla pelle dei ragazzini più deboli e che più hanno bisogno di essere guidati nella scelta del loro futuro. Ma ecco comunque le cifre: i dati storici dicono che gli studenti coinvolti in questi progetti sono stati mediamente 350 l'anno sull'intero territorio provinciale, distribuiti in tutte le scuole medie e Centri/Istituti di Formazione Professionale (più circa 30-35 Azioni Formative, altra eccellenza trentina nel campo dell'orientamento e della lotta all'abbandono scolastico); i finanziamenti da parte della Provincia si sono aggirati sui 350 mila euro annui. Eccolo qui il risparmio. I 350 mila euro annui spesi affinché questi ragazzi abbiano un futuro decente e non si ritrovino in piazza a rompere panchine, spacciare,
rubare, ecc. equivalgono sì e no alla metà di un vitalizio di un politico provinciale. E' notizia recente quella dei 90 milioni di euro, in media 700 mila a cranio, che la classe politica si era ritagliata con una legge del 2012, in piena crisi economica. La scelta dei nostri politici e amministratori è quella di risparmiare tagliando il futuro alla fascia più debole dei giovani, seppellendo un'altra eccellenza della nostra provincia.
Sì, perché chi ha accesso ai progetti ponte sono soprattutto ragazzini in difficoltà, a rischio devianza, che nel progetto ponte potevano ritrovare una forte motivazione a proseguire il percorso scolastico, a preferire restare dentro una scuola già sperimentata come "quella giusta" e dentro una futura professione piuttosto che prendere la strada della devianza, con tutto quello che ne consegue in termini di sicurezza sociale e microcriminalità. Per non parlare degli allievi disabili, che hanno bisogno di gradualità e di momenti di passaggio tra due realtà scolastiche così diverse; nel loro caso il progetto ponte era un momento di straordinaria importanza anche per le famiglie, che potevano valutare se quell'ambiente era in grado di rispondere ai bisogni del proprio figlio.
Con la scusa del risparmio si stanno distruggendo i sogni e le speranze di centinaia di giovani, di altrettanti insegnanti che lavorano per una scuola che aiuti ad inserirsi con dignità nel mondo del lavoro, preferendo l'esclusione, l'abbandono, l'aumento del disagio, il rischio di vedere adolescenti buttati sulle strade, contravvenendo lo spirito della Legge 104 in molti casi.
Fiorenzo Degasperi
Giorgia Pontalti